Aleana Percivalle e la sua tesi sui libri in simboli per un design inclusivo

Sebbene fin dall’antichità si utilizzassero sistemi di comunicazione alternativa che consentivano alle persone con disabilità di comprendere e farsi comprendere (già Platone, nel suo dialogo Cratilo, dedicato al linguaggio, faceva dire a Socrate: «Se non avessimo voce né lingua e volessimo a vicenda manifestarci le cose, non cercheremmo forse, come fanno i muti, di significarle con le mani, con la testa e con le altre membra del corpo? […] Se poniamo volessimo indicare l’in su e il leggero leveremmo, credo, le mani verso il cielo cercando di imitare la natura medesima dell’oggetto; e se, al contrario, l’in giù o il grave, le abbasseremmo verso la terra. E se volessimo indicare o un cavallo nell’atto di correre o un altro animale qualsiasi, sai bene che cercheremmo di raffigurarli il meglio possibile col nostro corpo e con i nostri gesti»), l’era moderna della cosiddetta CAA, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, si fa comunemente risalire agli anni ’50 del ‘900, quando in Nord America prima e in Europa poi si iniziarono a studiare, sistematizzare e sviluppare linguaggi, appunto, alternativi al parlato, e a usarli non per sostituire ma per aumentare le capacità comunicative naturali dell’individuo.

Nel 1983, a Toronto, venne fondata la ISAAC, International Society for Augmentative and Alternative Communication, e la CAA iniziò a diffondersi anche in Italia, dove nel 2003 nacque la ISAAC-ITALY, che basa la propria attività su una Carta dei diritti della comunicazione che invito tutte e tutti a leggere, e che inizia così:
«Ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita».
Questo significa poter dare e ricevere informazioni, in modo tale da avere la possibilità di scegliere, chiedere, partecipare, rifiutare (non ci rendiamo conto, finché non ci viene negato, quanto sia cruciale il diritto a poter esprimere un NO).

(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)

Esistono anche libri che utilizzano le tecniche e le strategie della CAA. È una nicchia purtroppo ancora molto ridotta nel mondo dell’editoria. Ma di libri in CAA ce ne sono, anche e soprattutto per bambine e bambini, che in questo modo non devono rinunciare alle fiabe e alle storie tipiche dei libri per l’infanzia.
Proprio attorno questo tipi di libri ruota la tesi di laurea di Aleana Percivalle, già apparsa qui su Frizzifrizzi per un altro progetto universitario — prodotto con due compagne di corso — che raccontava i destini di tre ciabatte di plastica attraverso degli albi illustrati.

Realizzata per la laurea magistrale di Design della Comunicazione Visiva e Multimediale dello IUAV di Venezia, la tesi si intitola Libri in simboli per il design inclusivo: creazione di simboli per la CAA e la sperimentazione della loro disposizione nello spazio e consiste nella creazione di due versioni in CAA di una storia illustrata (a partire da un racconto di Oliver Jeffers, Lost and Found), quella di una bambina e di un pinguino.

Di seguito qualche informazione in più sul progetto, che spero valga ad Aleana la possibilità di collaborare con qualche casa editrice per creare e pubblicare albi davvero inclusivi come quelli che ideato per la sua ricerca.

(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)

Quando si parla di design inclusivo ci si riferisce al design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza.
La bellezza di questa tipologia di approccio al design è che gli artefatti realizzati non sono fruibili solamente per gli utenti finali, in questo caso bambini autistici, ma sono accessibili a un gran numero di persone.

Il progetto si divide in:

1. Un manuale che contiene la ricerca sulla CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa), i simboli e la relazione tra testo e immagine;

2. Creazione di nuovi simboli in CAA.
I simboli sono stati costruiti in seguito allo studio dei diversi sistemi simbolici esistenti e utilizzando come base il PASS, ovvero il Picture Augmentative Synsemic System (Bonora, G., Dalai, G., De Rosa, D., Panunzi, M., Perondi, L., Rubertelli, C., 2019. PASS: Picture Augmentative Synsemic System. A new systemfor AAC habilitative practices, theoretical background, disponibile qui), al fine che la scelta del linguaggio grafico possa comunicare in maniera coerente con i simboli già esistenti all’interno di questo sistema. Allo stesso tempo sono stati studiati e realizzati dei nuovi criteri di coerenza interna;

3. Realizzazione di due libri per bambini (Il pinguino e la bambina).
I libri contengono lo stesso racconto ma presentano una disposizione del testo in simboli e delle illustrazioni differente.

(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)

Nel primo libro i simboli si collocano nelle pagine seguendo la disposizione dei diagrammi di Sabatini, una grammatica alternativa che pone al centro della comprensione della frase il verbo.
Nel secondo libro i simboli sono disposti in maniera lineare distaccandosi completamente dall’immagine (come vengono progettati i libri per bambini in CAA al giorno d’oggi).

I due libri sono successivamente stati testati sugli utenti finali (bambini autistici) con la collaborazione del centro Piccolo Principe di Ferrara e l’aiuto di diversi logopedisti.

Lo scopo dell’esperimento era quello di capire quale collocazione del testo e dell’illustrazione permetta una maggiore comprensione in bambini autistici.
Sebbene i risultati finali non permettano di rispondere alla domanda di ricerca, lo studio apre delle basi per nuove ricerche e approfondimenti in questo campo.

Sia libri che simboli sono stati progettati seguendo i principi del design inclusivo, dunque nascono dall’osservazione, dalla ricerca e dalle necessità degli individui, considerando le molteplici sfaccettature, le abilità diversificate dei bambini e la normale diversità che esiste nel mondo.


Crediti
Neo-laureata: Aleana Percivalle
Relatore: Luciano Perondi
Correlatrice: Cecilia Rubertelli

Tesi magistrale di Design della Comunicazione Visiva e Multimediale dello IUAV di Venezia

(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
(foto: Davide Ottogalli | courtesy: Aleana Percivalle)
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