Tifo: un carattere tipografico ispirato al lettering degli striscioni degli ultras italiani degli anni ’70 e ’80

Il mondo del calcio, anche per chi non ne condivide passioni e ossessioni, è una fonte quasi inesauribile di materiale molto interessante dal punto di vista tipografico. E non solo per stemmi e logo delle migliaia di squadre che militano dai campionati più importanti a quelli dei più piccoli paesini di provincia; o per i numeri sulle divise (già protagonisti di un bel libro, Football Type); o ancora per i caratteri stampati su quelle fanzine tipiche del calcio britannico, distribuite durante le partite (i cosiddetti football programme).
Allargando l’inquadratura del nostro ideale obiettivo oltre i bordi del campo, c’è un altro universo tipografico da esplorare, quello delle tifoserie e dei loro striscioni, che non si riduce solo al famigerato “fasciofont”: la potenziale galleria di alfabeti incompleti, di segni vernacolari che non esistono su altri supporti che sugli striscioni stessi è in effetti sterminata. A darne testimonianza, oltre agli archivi delle tifoserie organizzate, sono le riviste dell’area ultras, come la storica Supertifo, nata nel 1985 e per molti anni la “voce” principale delle tifoserie, non solo italiane (oggi esiste solo come pagina Facebook).
Proprio da alcuni vecchi numeri di quel magazine e dalle fanzine risalenti agli anni ’70, quando le tifoserie iniziarono a organizzarsi a partire dai gruppi extraparlamentari di estrema sinistra ed estrema destra, il designer svizzero Romain Tronchin è andato a cercare spunti per il suo progetto di laurea del master in Type Design all’ECAL, la prestigiosa università di arte e design di Losanna.

Romain Tronchin, “Tifo”, 205TF
(courtesy: 205TF)

Affascinato dal “carattere” (in tutti i sensi) di quegli striscioni d’annata, Tronchin è andato a tradurre alcune di quelle forme in font, progettando Tifo, che ha sviluppato in cinque varianti — ciascuna relativa a un differente stile — che ha chiamato come alcune città italiane: Milano, Bologna, Palermo, Roma e Venezia.
«Alcune “stranezze” visibili in queste lettere vernacolari — che potrebbero essere giustamente considerate come errori tipografici — sono state volutamente conservate. Forniscono a Tifo un carattere singolare e autentico» spiega Tronchin, che ha pensato Venezia, Bologna, Roma e Palermo come font da usare in grande formato, quindi per titoli e poster, mentre Milano può essere adatta anche per altri tipi di testo.

Per la distribuzione del suo font, il designer ha scelto la fonderia digitale francese 205TF, di base a Lione, nata dallo studio grafico Bureau 205, affiancato anche da una casa editrice, la Éditions 205.

Romain Tronchin, “Tifo”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo – Milano”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo – Roma”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo – Venezia”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo – Palermo”, 205TF
(courtesy: 205TF)
Romain Tronchin, “Tifo – Bologna”, 205TF
(courtesy: 205TF)
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