Paw Chew Go è ancora il festival di illustrazione (e non solo) più bello di Milano

Era il 13 ottobre del 2019 e, zaino in spalla, stavo facendo il giro degli enormi spazi di BASE Milano per salutare quante più persone riuscissi a incrociare. «Ma fai veloce» mi dicevo. In caso contrario avrei perso il treno per Bologna. Il problema è che nei due giorni di un festival come Paw Chew Go — che ho già avuto modo di descrivere come “il festival d’illustrazione più bello di Milano”, e ribadisco qui il mio punto di vista — si concentra una buona fetta della biomassa umana che conosco per lavoro, alla quale va ad aggiungersi quella che invece ho occasione di incontrare lì per la prima volta.
Dunque: zaino in spalla, giro veloce, «ciao», «ciao», abbraccio, «alla prossima», «scrivimi poi quella cosa», ecc. Fuori, sotto a un cielo che mi ricordo limpido e vagamente stellato, si stava tenendo l’asta in favore di Mediterranea Saving Humans, e venivano battute le tavole di alcuni tra i più grandi nomi dell’illustrazione italiana. Lasciavo un festival gremito di gente, con nel cuore l’orgoglio di averne fatto parte, per la prima volta, non solo come visitatore e presentatore dei vari talk che si sono tenuti su uno dei grandi palchi allestiti a BASE, ma anche come co-co-co-co-organizzatore, e in testa già mille idee per l’edizione seguente. Paw Chew Go 2020 sarebbe stato ancora meglio. Cosa avrebbe potuto andare storto, dopotutto?

[Ci sarebbe voluto, in quel momento, un intermezzo da film di fantascienza: il Simone del futuro appare su via Tortona davanti a uno sbalordito Simone del passato, che sotto sotto se lo sentiva di star vivendo dentro a un viaggio acido da anni. Ha una mascherina in faccia e gli occhiali da sole anche se è buio. «Sta per scoppiare una pandemia» dice. «Compra mascherine, guanti usa e getta e carta igienica» dice. «E pennarelli. Fa’ scorta di pennarelli, quelli per un po’ non si troveranno» dice. «Ah, e cammina, cammina, cammina più che puoi. Ti mancherà».]

Paw Chew Go 2020 ovviamente non c’è stato. E sappiamo tutti perché. A Paw Chew Go 2021 abbiamo iniziato a lavorare dall’estate prima. Riunioni online quasi ogni fine settimana, gruppi Whatapp che figliavano altri gruppi, catene ininterrotte di mail in cui si ri-progettava e poi si ri-progettava ancora il già ri-progettato, ma poi si è capito che pure il 2021 sarebbe saltato. Finché, finalmente, qualche timido raggio di luce abbiamo cominciato a intravederlo, e allora, puntato il dito sul calendario — 7/8 maggio 2022 — ci siamo di nuovo rimboccate e rimboccati le maniche e abbiamo ricominciato daccapo.

Domani inaugura Paw Chew Go 2022 e mi sembrerà di aver fatto un salto nel tempo. Ritroverò Stain, la macchia mascotte del festival (non poteva che essere una chiazza più o meno informe il portafortuna di un evento che nel nome gioca col “paciugare”, cioè il rimestare, inzaccherarsi, pastrocchiare con tutta la gioia di chi si diverte a sporcarsi le mani); rivedrò de visu (più o meno, mascherine permettendo) gente che per un biennio ho solo incontrato al di là di uno schermo; perderò la voce già dopo il primo talk; probabilmente mi commuoverò un po’ ma, come sempre, cercherò di non darlo a vedere. E poi domenica sera ripartirò, come l’ultima volta, con il cuore gonfio d’orgoglio e in testa già mille idee per l’edizione seguente. Paw Chew Go 2023 sarà ancora meglio. Cosa potrà andare storto, dopotutto? [Ma se mi capitasse di incontrare il me stesso del futuro, soprattutto se sembrerà uscito da Mad Max, prometto che lo dirò pubblicamente.]

Paw Chew Go 2019 (foto di Gabriele Onere)
Paw Chew Go 2019 (foto di Gabriele Onere)

Quindi ci vediamo a Paw Chew Go 2022. 7/8 maggio. BASE Milano anche stavolta.
Più di 80 espositori — suppergiù il meglio di quanto ha da offrire il panorama dell’autoproduzione italiana, dall’illustrazione al fumetto, dalla grafica ai magazine.
Una grande mostra dedicata a Massimo Giacon — che dagli anni ’80 a oggi ha attraversato da protagonista il mondo del fumetto, del design, dell’arte e della musica — accompagnata dall’uscita di un nuovo numero, interamente ideato proprio da Giacon, della rivista di Corraini Edizioni Un Sedicesimo, e da una video-intervista inedita che ho avuto l’onore e il piacere di fare a Massimo nella sua casa-studio di Padova.
E poi Paciugoville, l’istallazione di Camilla Pintonato piena di pecore, galline e maiali. E Cine-Paciugo, con una rassegna di cortometraggi e mediometraggi dietro alle quinte illustrate originali realizzate da Ufficio Misteri.

Paw Chew Go 2019 (foto di Gabriella De Giacomo)
Paw Chew Go 2019 (foto di Gabriella De Giacomo)

Gli incontri, su due palchi, con Marino Neri, il collettivo Moleste, Eliana Albertini, Pietro Scarnera, di nuovo Camilla Pintonato, Cristina Taverna della galleria e casa editrice Nuages, Miguel Vila, Pietro Grandi, Antonia Caruso, Frankenstein Magazine, Sara Colaone e Luca De Santis, di nuovo Antonia Caruso in dialogo con Matilde Sali, Michelangelo Setola, le associazioni MeFu e Acta, Ugo La Pietra e infine Timidessen.
E i tanti eventi che si terranno in giro per tutto il festival, tra animazione, riviste, truccabimbi, portfolio review, una bici elettrica che verrà decorata da Isabella Bersellini e le interviste dal vivo di Marco Goran Romano con il suo programma YouTube Professional Culetty Breaker, a cui vanno ad aggiungersi i workshop per fare lettering, per imparare a disegnare male, per creare fumetti automatici, per costruire galline di carta, e per imparare la tipografia portatile.

Infine l’asta. Anche quest’anno saranno battute opere per raccogliere fondi in favore della Casa delle Donne di Milano, firmate niente meno che da Nathalie Du Pasquier, ZeroCalcare, Olimpia Zagnoli, Carlo Stanga, Altan, Arianna Vairo, Ugo La Pietra, Fontanesi, Gabriella Giandelli, Emiliano Ponzi, Electra by La Fille Bertha.
Ma forse me ne andrò prima che finisca, per non perdere il treno. Per chi verrà, sarò quello con lo zaino un po’ sfasciato che fa ciao ciao.

Stain, visto da Gianni Puri
Stain, visto da Timidessen
Stain, visto da Riccardo Guasco
Stain, visto da Giordano Poloni
Stain, visto da Roberto Hikimi Blefati
Stain, visto da David Avogadro
Stain, visto da Luca D’Urbino
Stain, visto da Alessandra Belloni


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