L’arrivo della primavera in Normandia nei disegni di David Hockney

Dopo aver trascorso un mese, a cavallo tra l’inverno e la primavera del 2020, rinchiusa in casa con i miei genitori a causa di una nota pandemia, una notte ricordo nitidamente di aver fatto un sogno: l’appartamento in qualche modo aveva una voce — non chiedetemi da dove arrivasse di preciso, la cosa mi sembrava già assurda così — e mi sfotteva, facendo leva sulla mia esasperazione. Ci teneva a farmi notare che gli altri stavano messi decisamente molto meglio di me, quegli altri avevano tutti un balcone enorme dove poter prendere il sole, circondarsi di verde. Per non parlare di quelli dotati di un giardino, di alberi, di fiori a volontà. E io, tapina, mi facevo invece ogni giorno due rampe di scale per raggiungere una sporchissima terrazza condominiale, dove era impossibile trovare un po’ di ombra dopo ore di stravizi al sole. Mi sembra evidente che più che l’appartamento, a parlare era la mia coscienza, o subconscio, che, come anticipato prima, ne aveva le palle piene. Dunque è abbastanza facile immaginare che dopo un primo momento di piacere nello scorrere sul web i disegni che nel frattempo l’artista britannico David Hockney stava realizzando nella sua meravigliosa tenuta in Normandia, la seconda emozione a sgomitare fu decisamente l’invidia.

David Hockney, che possiamo senza dubbio infilare nella categoria di “altri” di cui parlava il mio appartamento in sogno, possiede infatti «quattro acri di terra con al centro una piccola casa dei sette nani, un fiumiciattolo in fondo, siepi ai due lati, alberi dalle grandi chiome a ridosso della strada». Insomma, se non si fosse capito, esattamente dove avrei voluto passare io la pandemia. Lui, a cui è capitato di essere lì proprio in quel periodo, l’ha trascorsa principalmente seduto con un iPad tra le mani a documentare il lento processo della natura che si trasforma in qualcosa di nuovo, che torna alla vita, anche quando questa sembra appesa a un filo. Lo ha detto giustamente anche Hockney, che chiusure e le restrizioni «non possono cancellare la primavera».

David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)

Da quelle settimane ne sono nati 112 dipinti su iPad, che sembrano il proseguo di una serie di altri 52 dipinti digitali sempre dedicati alla mezza stagione, ma in quel caso nello Yorkshire orientale, poi esposti in una bellissima mostra del 2012 alla Royal Academy of Arts di Londra, dal titolo A Bigger Picture. Anche questi momenti francesi catturati su schermo sono tornati lì dove erano stati i loro predecessori, poi hanno fatto anche visita al Bozar – Centre for Fine Arts di Bruxelles e al Musée de l’Orangerie di Parigi e saranno presto al Sakip Sabanci Museum di Istanbul.
Immaginando che molti non saranno riusciti ad andare né a Londra né a Bruxelles e Parigi, o che avranno scoperto di questa serie solo in questo momento, vi dico di non disperare, perché L’Ippocampo ha da poco pubblicato in Italia L’arrivo della primavera, Normandia, un volume che assomiglia a un piccolo tesoro e che raccoglie quei 112 dipinti, non più in versione digitale ma stampati su carta, da sfogliare e risfogliare per farsi male o per sognare di avere una casa così, pandemie a parte, ma soprattutto per riconoscere che la primavera viene bene anche quando disegnata su iPad.

David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)
David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)

All’interno del libro non ci sono solo immagini, ma anche testi che vale la pena leggere: c’è un editoriale di William Boyd, celebre romanziere, che ha conosciuto Hockney nel 2007 in occasione del centesimo numero di Granta, rivista letteraria inglese, per il quale aveva chiesto all’artista di realizzare la copertina e da cui nacque una bellissima amicizia; e un dialogo tra l’artista e la curatrice Edith Devaney, in cui si scoprono con piacere i retroscena di questa ultima produzione, tra cui il rapporto con l’iPad, scoperto nel 2012 e da allora mai più abbandonato ma anzi completamente padroneggiato.

La primavera è arrivata anche quest’anno, e a differenza degli altri anni, sono riuscita a trovare i ciclamini in pineta, le ginestre appena sbocciate, i glicini che lottano contro la forza di gravità e le magnolie dove non mi aspettavo di vederle. Decisamente meglio che due anni fa, certo, ma nel frattempo sfoglio, sfoglio e sfoglio, pensando alla Normandia.

David Hockney

L’arrivo della primavera, Normandia

L’ippocampo, 2022
168 pagine, cartonato
Acquista

David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)
David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)
David Hockney, “L’arrivo della primavera, Normandia”, L’Ippocampo, 2022
(courtesy: L’Ippocampo)
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.