C’era un teatro: le storie di 13 teatri milanesi che oggi non lo sono più

Lì dove ora c’è l’Apple Store di Piazza Liberty, a Milano, fino a qualche anno fa si trovava un cinema, l’Apollo — una sala storica, in cui sono passate generazioni di milanesi, dalla sua apertura, nel ’59, alla trasformazione in multisala, nel 2005, fino alla chiusura definitiva, nel 2017. Ma prima ancora dell’Apollo lì c’era un teatro, il Mediolanum, che proponeva soprattutto varietà e sul cui palco passarono nomi come Ugo Tognazzi e Walter Chiari, Gino Bramieri, Wanda Osiris e Renato Rascel. E il Mediolanum, a sua volta, era solo il nome nuovo dato in epoca fascista al Teatro Trianon, costruito in stile liberty nel 1902 come sala da caffè-concerto di un hotel che all’epoca sorgeva in quel luogo, l’Albergo del Corso, il quale era stato edificato dove ancor prima c’era un altro teatro, il Teatro Milanese, fondato nel 1870 e poi demolito nel 1902.
E l’Apollo/Mediolanum/Trianon/Milanese è solo uno dei tanti teatri di Milano che oggi non ci sono più, trasformatisi, nel corso degli anni e dei decenni, in qualcos’altro. Un Apple Store, appunto, o un Decathlon, come nel caso di un altro luogo storico come l’Olimpia. Oppure in negozi, parcheggi, ristoranti.
A fornire una mappa — spaziale e temporale — di tredici di essi arriva ora C’era un teatro. Milano 1911-2022, un volumetto rilegato a spirale prodotto in edizione limitata da Tazi Zine, piccola realtà editoriale meneghina che si dedica a progetti di esplorazione di Milano dal punto di vista della cultura grafica, e non solo.

“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(courtesy: Tazi Zine)

Il libriccino raccoglie testi e immagini frutto di una lunga ricerca iconografica e storica, opera di Francesca Rigato, dottoranda in studi teatrali presso l’università statale di Milano, nonché collaboratrice della rivista Zero, dove ovviamente scrive di teatro.
Ciascuno dei tredici protagonisti, che oggi hanno perduto la loro identità originaria, sono raccontati nel volume in tutte le loro incarnazioni: quelle odierne, quelle del recente passato e quelle del passato remoto: oggi, ieri e l’altro ieri (e anche l’altro-altro ieri in qualche caso, come quello dell’Apollo).
I testi sono brevi ma danno tutte le informazioni necessarie, mentre moltissime sono le immagini, che vanno dalle vecchie foto ai manifesti d’epoca, dai biglietti alle piantine dei luoghi, dalle mappe della città (che si allungano oltre la dimensione del libro) fino alle foto di quello che è l’assetto attuale, opera di Luca Vegetti, fotografo specializzato in architettura.

Stampato in sole 100 copie su carta Fedrigoni Arena Smooth 170g per le pagine interne e carta Malmero Gialla 300g per la copertina, il tutto rilegato a mano, C’era un teatro si acquista online.

“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
“C’era un teatro. Milano 1911-2022”, Tazi Zine, 2022
(foto: Luca Vegetti | courtesy: Tazi Zine)
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