Il poster del Collettivo Franco per Intersos: lo scopo è raccogliere fondi per l’assistenza ai civili sfollati dall’Ucraina

Come ripete quasi ogni giorno, da mesi, il pluripremiato corrispondente di guerra Nico Piro, prima pensando all’Afghanistan e ora all’Ucraina, chi paga maggiormente il prezzo delle guerre sono i civili. Sembra scontato e persino banale ricordarlo, ma mentre in rete la gente si diletta a fare l’esperta di strategie belliche e ragioni geopolitiche sui social network, in molte parti del mondo milioni di persone vivono sulla propria pelle la realtà quotidiana del conflitto armato, dei colpi di mortaio, delle bombe, degli spari su innocenti inermi. E in milioni scappano, talvolta in condizioni terribili e disumane, cercando rifugio dove possono.
Al di là delle “tifoserie” — dei «ma», dei «se» e dei «però» — queste persone vanno aiutate, e tra le organizzazioni umanitarie che si stanno dando da fare c’è Intersos, che opera in molte aree di crisi del pianeta, dalla Libia all’Afghanistan, dalla Siria al Congo, dal Venezuela allo Yemen, e che ora si sta dando da fare anche in Ucraina, offrendo aiuto e cure mediche a chi scappa — perlopiù donne, bambine, bambini, persone anziane e ammalate, che si rifugiano nella parte occidentale del paese, a Leopoli (in ucraino L’viv), oppure oltre il confine, in Polonia e in Moldavia.

Secondo gli ultimi dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono quasi 4 milioni le persone in fuga che hanno passato il confine ucraino dal 24 febbraio, giorno in cui è iniziata la guerra d’invasione russa. L’Unicef stima che siano 7 milioni e mezzo le bambine e i bambini a rischio, tra questi 2 milioni sarebbero sfollati e 1,8 milioni già nei paesi vicini.
In questa enorme emergenza umanitaria sono molte le piccole realtà che si sono rimboccate le maniche per cercare di fare qualcosa. Tra queste c’è Collettivo Franco, che ha base a Bologna e si occupa di comunicazione e arte pubblica, usando principalmente i linguaggi dell’illustrazione, del design e della stampa artigianale.

(courtesy: Collettivo Franco)

Per supportare le attività delle operatrici e degli operatori Intersos in Ucraina, Moldavia e Polonia, Collettivo Franco ha quindi puntato su ciò che sa fare meglio: un poster.
«Facciamo disegni e questa pratica è lo strumento che abbiamo scelto per sostenere chi si occupa di coloro che rimangono indietro, non hanno amici o parenti ad attenderli, hanno malattie o traumi e, una volta passato il confine, non sanno dove andare» dicono le ragazze e i ragazzi del gruppo.

Realizzato in collaborazione con Arci Bologna e OpenDDB – Distribuzioni dal Basso, il poster — con la scritta НЕТ ВОЙНЕ!, cioè “no alla guerra”— si acquista online.

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