MGF Sans: il carattere tipografico progettato da Fabrizio Falcone per il Milano Graphic Festival

«C’è chi ama di più i grotteschi, chi i geometrici, chi è schierato dalla parte delll’Helvetica, chi da quella del Futura. Ma è possibile avere una font bastoni che metta d’accordo i gusti di ogni designer?» si è chiesto a un certo punto il giovane progettista Fabrizio Falcone.
Tra i fondatori del collettivo editoriale Tazi Zine (già più volte apparso qui su Frizzifrizzi) e co-curatore dell’archivio digitale Lettere Urbane, Falcone vive e lavora a Milano, città che è spesso protagonista, in maniera diretta o meno, dei suoi tanti progetti. Lo è — più che mai — nel carattere tipografico che ha disegnato appositamente per l’identità del Milano Graphic Festival, primo evento diffuso dedicato alla grafica organizzato in quella che era già la capitale del design e della moda e che potrebbe a buon diritto rivendicare il primato anche per quanto riguarda la progettazione visiva.

Lavorando all’identità visiva del festival, lo studio Dondina Associati — fondato da Francesco Dondina, direttore e curatore del MGF — cercava un carattere moderno capace di evocare il periodo d’oro della grafica milanese e di inserirsi nel solco del cosiddetto “stile internazionale” di impronta svizzera. Falcone, cui era stato affidato il compito di lavorarci, ha pensato di andare a prendere spunto da due pietre miliari del design tipografico italiano: da una parte il Forma, sviluppato negli anni ’60 dal grande Aldo Novarese per le fonderie Nebiolo (è nota la storia del “dream team” messo in piedi per costruire una risposta italiana all’Helvetica, del quale fecero parte, oltre allo stesso Novarese, anche Franco Grignani, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Ilio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani e Pino Tovaglia), dall’altra il Noorda, disegnato più o meno nello stesso periodo da Bob Noorda per la segnaletica e l’allestimento visivo della Società Metropolitana Milanese.

MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)

«L’idea era quella di avere una font che potesse far combaciare il disegno dei sans serif grotteschi con quello dei geometrici» racconta Falcone. «Per far questo abbiamo sviluppato una famiglia con forme di lettere tipicamente grottesche, ma con una struttura geometrica alla base. Le alternative stilistiche di a, i, t, l e le curve a 90° in lettere come la f o la j, contrapposte ai tratti dritti, permettono di sottolineare questa volontà».

Battezzato MGF Sans, il carattere si può ora acquistare dal sito della fonderia digitale indipendente CAST, Cooperativa Anonima Servizi Tipografici.
Oltre a lettere, numeri e punteggiatura, contiene altri glifi, tra cui delle frecce direzionali — dentro e fuori dal cerchio, «Quest’ultime» spiega Falcone, «sono ispirate al lavoro per la metro di New York progettato da Unimark» — , e un emoji sorridente usata anche nel manifesto del festival.

MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
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(courtesy: Fabrizio Falcone)
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(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
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(courtesy: Fabrizio Falcone)
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(courtesy: Fabrizio Falcone)
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MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
MGF Sans
(courtesy: Fabrizio Falcone)
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