Il nuovo corto animato di Anna Ginsburg e Caitlin McCarthy per la campagna contro la stigmatizzazione delle mestruazioni

Ce le hai, ma in società devi tenerle nascoste. Se non riesci a tenerle nascoste, non ne devi parlare. Se ne parli, non ti azzardare a sbandierarle. Se le sbandieri, chi ti credi di essere?
È più o meno il sunto di quella che è la visione generale che circonda il tema mestruazioni — tema tabù per eccellenza, visto che coinvolge circa metà della popolazione mondiale, va a toccare praticamente ogni aspetto dell’esistenza femminile, dall’età del primo menarca fino alla menopausa, ha a che fare con la salute, può portarsi dietro problemi anche gravi, eppure rimane perlopiù fuori dal discorso pubblico. La sproporzione tra la reale portata della questione e la sua emarginazione dalla conversazione politica, economica, sociale e culturale è quasi surreale. Per fare un paragone altrettanto assurdo, è come se gli alieni fossero tra noi e tutti ne fossero a conoscenza, ma per qualche oscuro motivo se ne potesse parlare solo sottovoce, o con strizzatine d’occhi, o con eufemismi ridicoli.

Siamo nel 2022, la cosiddetta “rivoluzione mestruale” dovrebbe essersi ormai messa in moto, eppure il “period power” resta un fenomeno tutto sommato molto di nicchia, nonostante una piena consapevolezza e una ricca e profonda discussione sul tema siano più che mai necessarie per superare quella che la giornalista francese Élise Thiébaut, nel suo saggio Questo è il mio sangue (che alla fine ho letto), chiama la “diseguaglianza mestruale”: «poiché le donne hanno le mestruazioni e le mestruazioni sono oggetto di un tabù» scrive, «le donne subiscono una forma di oppressione che nessun uomo conoscerà mai. Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, le donne soffrono senza rimedio da millenni. Proprio perché il sangue mestruale è un tabù, per tanto tempo si è impedito loro di fare il marinaio, cacciare, votare o essere elette, parlare in pubblico o assumere responsabilità politiche o religiose. E proprio perché il sangue mestruale è un tabù, oggi si vendono alle donne tamponi interni e assorbenti impregnati di diossina e di profumo tossico. E si scredita la loro parola dicendo: “Che c’è? Hai la luna storta? Non avrai mica le tue cose?”, senza peraltro fornire risposte mediche soddisfacenti ai disturbi associati al ciclo».
Amen.

Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period
Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period

Intanto, per fortuna, continuano a uscire bei progetti che lottano contro lo stigma sociale che avvolge le mestruazioni e, soprattutto, il sangue mestruale. È uscito proprio in questi giorni un ironico, gioioso, coloratissimo e coinvolgente corto d’animazione, intitolato Typically e realizzato dalle pluripremiate registe britanniche Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per la campagna #NoShameHere di Bloody Good Period, associazione di base a Londra che si batte per la uguaglianza mestruale lavorando sulla corretta informazione e sull’educazione, realizzando guide, promuovendo iniziative, donando prodotti per le mestruazioni a chi non può permetterseli.

Ginsburg e McCarthy, oltre ad essere delle grandissime artiste dell’animazione, sono entrambe già molto attive sul fronte dei diritti femminili, della lotta alle disuguaglianze e della stigmatizzazione del corpo femminile (di Ginsburg, ad esempio, ricordiamo What is beauty? e A Love/Hate Relationship).

Al filmato, inoltre è legata anche una raccolta fondi per chiedere al governo britannico di rendere gratuiti tutti i prodotti relativi alle mestruazioni.

Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period
Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period
Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period
Frame dal corto “Typically”, realizzato da Anna Ginbsurg e Caitlin McCarthy per Bloody Good Period
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