Le fiabe di Attilio, in mostra a Domodossola

È già tanto, per la maggior parte di noi, riuscire a portare avanti una sola vita. Alcune rare persone riescono ad averne due, tre, quattro. E poi c’è Attilio Cassinelli, in arte semplicemente Attilio, che dopo averne vissute diverse, ha trovato addirittura il modo di “rinascere” a novant’anni suonati.
Nato a Genova nel ’23 e avviato a una carriera in banca come suo padre, quando arrivò a Milano nel dopoguerra, invece di proseguire gli studi in Economia e Commercio cui si era iscritto, abbandonò tutto, università e lavoro, appena qualche giorno dopo essersi accomodato alla scrivania della nuova filiale dove si era trasferito. Voleva seguire la sua grande passione, Attilio: il disegno, che praticava fin da ragazzino, soprattutto dopo che un amico di famiglia, accortosi che stava sempre lì a disegnare, gli regalò uno scatolone pieno di matite colorate.
C’è un aneddoto curioso, raccontato lui stesso in una breve intervista che pubblicammo qui su Frizzifrizzi qualche mese fa nell’ambito del progetto 9mbreinlibro: «L’unica volta che ho lavorato in luoghi pubblici è stato a Genova nel 1946, davanti all’hotel Colombia: facevo caricature agli ufficiali americani, fino a che un altro disegnatore più affamato di me mi ha cacciato».

Attilio Cassinelli
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)

A Milano Attilio frequentò la scuola d’arte del pittore Augusto Colombo, e una volta uscito da lì cominciò a lavorare prendendo svariati incarichi su commissione. Oggi lo chiameremmo freelancer. Pubblicità, caricature, illustrazioni: Attilio fece un po’ di tutto, ma il suo stile, o meglio, il suo segno, lo trovò nei personaggi pensati per bambine e bambini. «Un giorno l’amico di un amico mi ha passato un lavoro per i più piccoli e per la prima volta ho disegnato animali stilizzati geometrici dal contorno nero ben marcato, che somigliavano già molto a quelli che mi hanno accompagnato per tutta la vita» ricordò qualche anno fa in un’intervista di Severino Colombo uscita sull’inserto La Lettura del Corriere della Sera.

Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Biancaneve e i 7 nani”, Lapis Edizioni, 2020
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)
Attilio Cassinelli, tavola tratta da “La Bella Addormentata”, Lapis Edizioni, 2021
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)

Trovata la sua strada, Attilio cominciò a misurasi con l’editoria per l’infanzia. Nel 1966 presentò alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna le tavole del suo primo albo, intitolato La casa sull’albero, con testi di Karen Gunthorp, cara amica con la quale poi avrebbe collaborato per molti anni.
In quell’occasione i disegni vennero notati da Renato Giunti, fondatore dell’omonima casa editrice, che gli propose di lavorare con lui. Il sodalizio, all’insegna della massima libertà creativa, andò avanti per più di due decenni, durante i quali Attilio creò decine e decine di albi con e senza parole, leporelli, collane, giochi (uno su tutti, Lo zoo di carta, del 1967).
Le sue opere ebbero un successo straordinario, e non solo in Italia: uscirono infatti anche fuori dai nostri confini, tradotte in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone.
Dopo la metà degli anni ’80, tuttavia, la collaborazione con Giunti rallentò. Attilio continuò a lavorare, esattamente come aveva fatto per anni, ma il panorama editoriale cominciò pian piano a metterlo da parte. Per almeno vent’anni una sorta di oblio avvolse lui e il suo inconfondibile stile, fino a quando, inattesa, arrivò la meritatissima riscoperta.

Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Pinocchio”, Lapis Edizioni, 2020
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)
Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Pinocchio”, Lapis Edizioni, 2020
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)

Nella succitata intervista di Colombo, lo stesso Attilio la racconta come «un’inaspettata rinascita. Mia figlia Alessandra non ne poteva più di vedermi lavorare e condividere solo con lei idee che rimanevano nel cassetto. In molti le scrivevano per sapere dove trovare i miei libri. Così, con l’amica Diletta Colombo [co-fondatrice della libreria indipendente milanese Spazio B**K, ndr], ha deciso di rilanciarmi».
A sposare con entusiasmo il progetto di rilancio fu Rosaria Punzi della casa editrice Lapis Edizioni, che dal 2016 a oggi ha pubblicato decine di nuovi albi firmati da Attilio. A stretto giro sono poi arrivati anche i giusti riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria del Premio Andersen nel 2017, il Premio Nati per Leggere lo stesso anno e poi ancora nel 2020, il Premio Microeditoria di qualità sempre nel 2017 e la Menzione speciale alla carriera al Bologna Ragazzi Award nel 2019. Nel 2020, infine, a coronamento di una carriera strepitosa e lunghissima, è giunta una prestigiosa mostra retrospettiva, Evergreen. Storia di Attilio, organizzata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

COSA
Attilio. Pinocchio e altre storie
QUANDO
26 marzo – 1º maggio 2022
INAUGURAZIONE
26 marzo | 17,00
DOVE
Artoteca Di-Se “Il Refettorio” | c/o Collegio Mellerio Rosmini | via Rosmini 22, Domodossola (Vb)

Alla soglia dei 99 anni, Attilio è dunque ancora al lavoro, e soprattutto capace di mettersi in gioco, come ha fatto con la serie di mini-albi dedicati alle fiabe classiche — «vengono da una sfida lanciata dall’amica Diletta dello spazio B**K a Milano» dice lui. «Non avevo mai affrontato questo genere di illustrazioni. Abbiamo riso, ma con quel rigone nero sono nati caratteri interessanti» — che sono uscite nella collana Le mini fiabe di Attilio di Lapis: Cappuccetto Rosso, La Bella Addormentata, Biancaneve e i 7 nani, Riccioli d’oro… E poi c’è Pinocchio, che per l’autore è vecchio amore. Già nell’81, con Giunti, ne aveva data alle stampe una sua versione, per poi tornarvi dieci anni dopo in C’era una volta un pezzo di legno e in molte altre tavole inedite.

Ora i “suoi” Pinocchio sono i protagonisti di una mostra, Attilio. Pinocchio e altre storie, organizzata dall’Associazione Musei d’Ossola negli spazi dell’Artoteca Di-Se, presso il Collegio Rosmini di Domodossola (Vb).
L’esposizione inaugurerà il 26 marzo prossimo e rimarrà allestita fino al 1º maggio, presentando tavole inedite, schizzi e bozzetti relativi soprattutto al burattino di Collodi. Ci sarà però anche spazio per materiali provenienti dagli altri albi fiabeschi di Attilio, oltre ad alcuni estratti da un documentario che qualche anno fa il fotografo e filmmaker Flavio Bonetti ha dedicato all’artista.
La mostra sarà inoltre costellata da altre iniziative: tra letture animate, laboratori, corsi di formazione per insegnanti e riproduzioni dei personaggi e dei boschi delle Mini fiabe in giro per il centro di Domodossola.

Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Pinocchio”, Giunti, 1981
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)
Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Pinocchio”, Giunti, 1981
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)
Attilio Cassinelli, tavola tratta da “Pinocchio”, Giunti, 1981
(courtesy: Associazione Musei d’Ossola)
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