La collezione Adler di libri sovietici per l’infanzia è protagonista di un nuovo volume Corraini

Era il 1931 quando Hedwig Feldmann e Hans Edward Adler si incontrarono per la prima volta.
Lei, cresciuta nella Germania centrale, era una designer di interni, abitava con la madre vedova e faticava a sbarcare il lunario come arredatrice. Lui, nato in una numerosissima famiglia ebraica in una cittadina vicino Vienna, era il più giovane di ventidue figli, aveva studiato architettura e viaggiato molto per l’Europa e in Terra Santa.
Nel 1930 — per motivazioni differenti ma con la medesima necessità di uscire da situazioni soffocanti e poco stimolanti, in un’Europa che diventava giorno dopo giorno più disastrata dalla crisi economica e dall’ascesa dei fascismi — sia Adler che Feldmann fecero domanda per unirsi alla “brigata May”, un gruppo di giovani progettisti e progettiste che, sotto la guida dell’architetto e urbanista e tedesco Ernst May, sarebbe partito per l’Unione Sovietica, attratto dalla possibilità di contribuire a costruire un nuovo mondo e una nuova società, in un paese che all’epoca sembrava proiettato verso il futuro e attraeva talenti da tutto il Vecchio Continente, calamitati lì da ragioni che andavano dal giovanile idealismo alla pura e semplice opportunità di lavorare.

In URSS la brigata di May iniziò a occuparsi della progettazione e della costruzione degli alloggi per gli operai di Magnitogorsk, città ai piedi degli Urali che già allora era uno dei centri siderurgici più grandi del mondo. Adler faceva parte del gruppo di lavoro, mentre Hedwig Feldmann, arrivata a Mosca a gennaio 1931, ebbe il compito di progettare gli arredi scolastici.
Si conobbero lì , diventando via via sempre più intimi, e si sposarono nel 1932. Nel frattempo il governo sovietico aveva dato il benservito a May e la brigata si era sciolta: gli Adler, ancora convinti delle enormi potenzialità professionali offerte dal paese, rimasero in Unione Sovietica fino al ’33, quando tornarono per una breve visita in Germania, scoprendo poi di non riuscire più ad ottenere il visto per rientrare a Mosca. Dopo un breve puntata a Ibiza, anche qui in cerca di lavoro, si stabilirono vicino Colonia, dove costruirono una casa grazie all’eredità di una prozia. Rimasero fino al ’39: quando i venti di guerra cominciarono a infuriare scapparono in Inghilterra portandosi dietro le loro cose più preziose: tra queste una grande collezione di libri per l’infanzia russi e ucraini, per la maggior parte pubblicati tra il 1930 e il 1933, che Hedwig aveva cominciato ad acquistare fin dal suo arrivo in URSS.

“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
(foto: Frizzifrizzi)

I coniugi Adler restarono nel Regno Unito per tutto il resto della loro vita: lui morì nel ’70, lei nell’86. I libri vennero “scoperti” dalla loro figlia, Susan McQuail, quando andò a liberare l’appartamento dei genitori dopo la morte della madre e li ritrovò in una vecchia valigia di pelle marrone. Fu suo marito Paul, anni dopo, a rendersi conto dell’importanza di quella raccolta, sulla quale fece diverse ricerche e pubblicò anche un articolo accademico.
Dopo la morte di Paul, Susan affidò la collezione a una libraria antiquaria del Galles, Marijana Dworski, specializzata in letterature per l’infanzia dell’Europa orientale. Ed è proprio lì che, per uno di quei “casi della vita” più unici che rari, ne è venuto a conoscenza James M. Bradburne, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense.

«Quando il lockdown imposto per la pandemia di Covid-19 ha costretto la biblioteca e il museo nazionale che attualmente dirigo a trasferire molte delle loro attività online, ho deciso di chiedere ad attori russi molto noti di leggere le loro storie preferite ai bambini milanesi impossibilitati ad andare a scuola» ha raccontato Bradburne. «Per la lettura di Igor Kostalevskij avevo assolutamente bisogno di una copia illustrata di Mojdodyr di Kornej Čukovskij: scoprii che era acquistabile online da Marijana Dworski e la ricontattai con la speranza di ottenere uno sconto. In un lungo e piacevole scambio di email (non ci eravamo mai conosciuti né di persona né al telefono) Marijana si lasciò sfuggire che aveva ricevuto in custodia la collezione Adler dalla sua proprietaria, che si augurava potesse essere studiata e valorizzata. Segnalai il mio fortissimo interesse, che Marijana comunicò alla proprietaria, la quale, con mio immenso piacere, accettò!».

“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
(foto: Frizzifrizzi)

Fu così che la collezione Adler, dopo diverse peripezie organizzative causate dalla pandemia, arrivò a Milano, dove vennero digitalizzate e diventarono protagoniste di una mostra — Tempi terribili. Libri belli — organizzata nel gennaio del 2021 e anticipata da un bellissimo video, opera di Libri Finti Clandestini.
In occasione dell’esposizione uscì pure un piccolo catalogo, pubblicato da Corraini. Ma il vero tesoro doveva ancora arrivare: si tratta un volume di oltre 350 pagine, anche questo edito da Corraini e uscito a ottobre dell’anno scorso.

Composto per più di metà da centinaia e centinaia di immagini tratte dai 275 libri della collezione Adler, il libro — curato dallo stesso Bradburne insieme alla ricercatrice al Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck Institut e docente all’Università degli studi di Firenze Federica Rossi e allo storico dell’arte John E. Bowlt, specializzato nell’arte d’avanguardia russa e direttore del californiano Institute of Modern Russian Culture — si intitola La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933 e raccoglie anche numerosi e preziosi saggi. Questi raccontano la storia di Hedwig Feldmann e Hans Edward Adler, ricostruita dalla figlia attraverso le lettere della madre, e approfondiscono tutto ciò che c’è, e c’è stato, attorno alla splendida collezione: le brigate occidentali dirette nella Russia del dopo-rivoluzione; il contesto storico; l’idealismo presto trasformatosi in disillusione; l’arte e l’editoria sovietiche, focalizzando l’attenzione sui libri per l’infanzia, sul loro ruolo, sulle autrici e gli autori più importanti, e poi sulle specificità dei libri illustrati ucraini (quasi un terzo della collezione Adler è infatti costituita da albi in ucraino, mentre tre sono in yiddish e il resto è in russo).

“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
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“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
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“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
(foto: Frizzifrizzi)
“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
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“La Collezione Adler di libri sovietici per bambini 1930-1933. Due architetti nella terra dei Soviet”, a cura di James M. Bradburne con Federica Rossi e John E. Bowlt, Corraini Edizioni, 2021
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