Siamo solitamente abituate e abituati a vederle in bianco e nero, le fotografie degli anni ’40. Un bianco e nero che si frappone tra noi e il soggetto fotografato come un filtro, una barriera di distanziamento: quello è il passato, che non ha colore, e questo è il presente. Quando poi il colore riappare, come nei filmati che continuano a uscire fuori dagli archivi, ecco che il distacco viene d’improvviso colmato. La patina del tempo sembra momentaneamente sollevarsi, lasciando uscire dalle immagini quel che era rimasto intrappolato dentro, capace ora di far vibrare le corde dell’empatia e dell’immedesimazione.
È quel che accade guardando gli scatti raccolti nell’album caricato su Flickr dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Si chiama 1930s-40s in Color e contiene oltre 1600 fotografie che, durante il periodo della Grande Depressione e della Seconda guerra mondiale, due agenzie governative commissionarono a professioniste e professionisti della fotografia.
Una era la United States Farm Security Administration, nata con le politiche del New Deal di Roosevelt per combattere la povertà dilagante nelle aree rurali: il grande lavoro di documentazione delle fotografe e dei fotografi (tra cui nomi oggi celebri, come quelli di Walker Evans e Dorothea Lange) serviva sia a registrare le terribili condizioni di vita nelle campagne sia i progressi fatti con le nuove politiche, spesso bollate come “socialiste” dai detrattori. L’altra agenzia era la United States Office of War Information, creata nel 1942 con scopi di propaganda bellica (attraverso film, riviste, poster) e per informare cittadine e cittadini su quanto succedeva al fronte.
Proprio dall’OWI arrivano le foto che pubblichiamo, dedicate alle donne che durante la Seconda guerra mondiale vennero impiegate nelle fabbriche di armamenti e velivoli, andando a sostituire gli uomini impegnati in battaglia — o comunque nell’esercito —, e di fatto aprendo la strada a una diffusione senza precedenti del lavoro femminile. È di quel periodo anche la figura di Rosie the Riveter, creata per convincere le donne a farsi assumere come operaie e da allora diventata un’icona femminista. Alcune delle protagoniste di questi scatti — di cui riportiamo la traduzione delle didascalie originali — ricordano effettivamente il famoso posterWe Can Do It! disegnato da J. Howard Miller.
1930s-40s in Color si può consultare liberamente e tutte le immagini possono essere scaricate gratuitamente e utilizzate.
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