Il nuovo numero speciale di LogoArchive è dedicato alle marche tipografiche rinascimentali

Quando dalla metà del ‘400 l’allora nuova e sorprendente tecnologia della stampa a caratteri mobili cominciò a diffondersi per l’Europa, i tipografi iniziarono presto a sentire la necessità di marchiare le loro opere con dei segni distintivi, così da garantirne l’autenticità, ridurre il rischio di contraffazione (che già nel ‘500 era ampiamente praticata) e fare pubblicità alla propria attività.
Ispirandosi agli emblemi impressi già da secoli dai mercanti sulle loro merci, gli stampatori segnavano così i libri e i fascicoli prodotti con delle grafiche i cui significati sono spesso andati perduti. Si trattava di segni talvolta astratti, in alcuni casi molto semplici — anche solo le proprie iniziali — e in altri assai elaborati, come ad esempio l’ancora con delfino di Aldo Manuzio.

Diffuse soprattutto tra la fine del ‘400 e il ‘600, per poi pian piano sparire quando tipografo ed editore diventarono due figure distinte (nacque allora il marchio editoriale), le marche tipografiche sono al centro del nuovo “extraissue” di LogoArchive, la fanzine fondata nel 2018 dal designer britannico Richard Baird e dedicata — così come l’account Instagram da cui tutto è partito — ai logo d’impronta modernista.
Non nuovo alla produzione di uscite speciali, il progetto LogoArchive non aveva finora mai oltrepassato i confini temporali ed estetici della grafica modernista. Perché, dunque, questo salto nel rinascimento?

LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)

A spiegarlo è lo stesso Baird, che in LogoArchive Extra Issue: Logo Redux scrive che questo numero «presenta il link mancante tra i frontespizi decorati degli stampatori e i marchi commerciali modernisti di metà ‘900, nella forma delle marche tipografiche rinascimentali». Quello che Baird, con un pizzico di provocazione, sta cercando di dirci è che le marche tipografiche possono essere considerate come le antenate dei logo modernisti e che già nel ‘400/500 possono essere rintracciate alcune delle caratteristiche distintive della grafica modernista, come ad esempio le geometrie essenziali e la semplicità (il segno deve poter essere riprodotto a mano). Da qui la scelta di inserirle nel “canone” di LogoArchive.

Come tutti i numeri speciali della fanzine, anche questo è frutto di una collaborazione e devia dal formato tradizionale per quanto riguarda estetica e materiali.
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux è infatti nato grazie all’apporto di Darren Leader, designer, docente e ricercatore che collabora con Unlocking The Archive, iniziativa della University of East Anglia nata per rendere accessibile al pubblico, grazie soprattutto alla rete, la grande e affascinante collezione di libri antichi delle biblioteche del Norfolk (consiglio di andare ad approfondire il progetto — iniziando da qui — perché è davvero interessante).

LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)

Il libriccino è composto di quattro parti, stampate su carte differenti, con inchiostri differenti e con diverse tecniche («Logo Redux riflette l’influenza delle tecnologie di stampa impiegando tre tecniche di diverse epoche, che includono la stampa con lamina a caldo, la litografia e la stampa digitale» spiega Baird).
C’è la sovraccoperta impressa in offset su carta Sixties traslucida da 60g; c’è il libriccino di otto pagine, stampato in digitale su carta GF Smith Accent Antique Magnolia da 110g e spillato; c’è l’inserto di due pagine con lamina a caldo su carta GF Smith Accent Antique Magnolia da 300g; e ci sono le quattro carte con le marche tipografiche, sempre su carta Accent Antique Magnolia da 240g.
Tre i testi, che si occupano di andare ad approfondire il tema, firmati dallo stesso Richard Baird, dal già citato Darrn Leader e dalla dottoressa Sophie Butler e dal dottor Tom Roebuck, che lavorano presso la University of East Anglia e dirigono il progetto Unlocking The Archive.

Questo gioiellino — sul quale appassionate e appassionati di grafica e tipografia sicuramente non vedono l’ora di mettere le mani — si può acquistare online.

LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
LogoArchive Extra Issue: Logo Redux, 2021
(courtesy: Richard Baird / Logo Archive)
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