Le maldicenze: due racconti a fumetti di Flavia Biondi, per accettarsi e per crescere

Ad un certo punto della vita di ciascuno di noi, dopo anni a evitare di passare davanti allo specchio troppo tempo, perché più questo aumenta, più aumentano di rimando i difetti che riusciamo a trovare in noi stessi, si fa strada timidamente una domanda mai presa in considerazione prima: e se invece provassi ad accettarmi?
Un po’ come un interruttore, compare e scompare tra i nostri pensieri. Un momento prima siamo convinti di avere la risposta, quello dopo sembra invece una missione impossibile. Siamo come i viaggiatori davanti alla Sfinge e il suo indovinello, in attesa di diventare Edipo. Ognuno arrivato innanzi all’imponente creatura passando per percorsi diversi, qualcuno faticando più di altri per gli innumerevoli ostacoli incontrati.

Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)

Le storie che Flavia Biondi, famosa fumettista italiana e già tra le fondatrici di Manticora Autoproduzioni, ha realizzato 10 anni fa, vede protagonisti proprio questi ultimi, quelli che devono faticare più degli altri: dal 10 giugno è arrivato in libreria Le Maldicenze, un volume edito da Bao che raccoglie due racconti legati al mondo LGTBQ+, Barba di perle e L’orgoglio di Leone

In entrambi i casi i personaggi sono giovani uomini alle prese con la propria idea di mascolinità: in Barba di perle, Santo è un ragazzo che ruba pur di non affrontare la vergogna di comprare collane e orecchini, che nasconde in un cassetto, dentro una scarpa, così come fa con i suoi desideri, finché, grazie a un incontro, scopre che fino a quel momento si è sempre preoccupato di tutti gli sguardi altrui ma ha tralasciato quello più importante: il proprio.
Completamente diverso da lui è Thomas, protagonista de L’orgoglio di Leone, che preferisce invece il lavoro, la freddezza e i rapporti fugaci così che la verità e il mondo lo tocchino il meno possibile, o almeno così crede. Arriva l’amore a spiazzarlo e a imporgli di guardarsi dentro.

Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)

Una volta chiuso il libro, lettori e lettrici potranno sentire più affinità con l’uno o l’altro protagonista. Ma c’è in entrambe le storie, nascosta tra un tavola senza dialoghi e una voce fuori campo, una grande lezione, che ci stimola ad ascoltarci più in profondità e a cominciare un percorso, ovunque ci troviamo lungo il cammino della vita, mettendo un piede davanti all’altro e dandoci occasione di arrivare fin dove riusciamo ad arrivare.

Anche se entrambi i racconti risalgono a 10 anni fa, quando la situazione della comunità LGTBQ+ non era come quella di oggi, sia Barba di perle che L’orgoglio di Leone rimangono estremamente attuali e dentro ci sono “frammenti” importanti della vita dell’autrice.
«Quando scrivo spezzo pezzi di me» rivela infatti Flavia Biondi nell’introduzione. «Cerco fra i cocci rotti della mia persona i sentimenti che ho paura di raccontare. Ma è li che mi piace guardare, perché penso che ci sia dentro la paura e dentro i nostri difetti che ci riconosciamo fra esseri umani».
E aggiunge: «La storia di Santo, un uomo che ama le collane. La storia di molti, come me e lui, stufi di sentirsi definire dalla visione degli altri. Invece Thomas, il protagonista de L’orgoglio di Leone, è così antipatico che non si meritava neppure di stare nel titolo del suo libro. Ma anche lui è una parte di me. Una brutta parte».

Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
Flavia Biondi, “Le Maledicenze”, bao publishing, 2021
(courtesy: bao publishing)
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