Mayflower Collection: l’alfabeto vegetale di Anuki Koniashvili

Un tempo erano la filosofia, la mistica e i viaggi allucinati di qualche fricchettonǝ a parlare della natura come di un organismo iperconnesso. Ora anche la scienza sta pian piano dimostrando come non si tratti di un’idea del tutto peregrina.
Scrive il giornalista e scrittore americano Michael Pollan nel suo indispensabile Come cambiare la tua mente:

«Ormai da anni [Paul] Stamets1 parla dell’estesissima rete di miceli presente nel suolo come dell’internet naturale della Terra: una rete di comunicazioni modulare, ridondante, ramificata in modo complesso, capace di autoriparazione, che collega molte specie su enormi distanze (l’organismo più grande esistente sulla Terra non è una balena o un albero, ma un fungo dell’Oregon, un’Armillaria estesa su un raggio di 3,9 chilometri). Stamets sostiene che queste reti miceliali siano in un certo senso coscienti: consapevoli del loro ambiente, e in grado di rispondere agli stimoli di conseguenza. Quando sentii per la prima volta queste idee, pensai che nella migliore delle ipotesi fossero metafore fantasiose; negli anni successivi, però, ricerche scientifiche sempre più numerose hanno indicato che sono molto più di semplici metafore. Esperimenti con i mixomiceti, o funghi mucillaginosi, hanno dimostrato che questi organismi sono in grado di orientarsi all’interno di labirinti percependo la localizzazione del nutrimento e crescendo in quella direzione. In una foresta, i miceli fungini connettono gli alberi che la costituiscono, attraverso le radici, non soltanto fornendo loro nutrienti, ma servendo da mezzo per trasmettere informazioni sulle minacce ambientali e permettere agli alberi di inviare sostanze nutrienti selettivamente ad altri alberi. Una foresta è un’entità di gran lunga più complessa, sociale e intelligente di quanto pensassimo, e a organizzare la società arborea sono proprio i funghi».

(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)

È un passaggio che mi è subito venuto in mente quando ho visto il progetto della giovane designer georgiana Anuki Koniashvili, dove il nostro intero alfabeto e i numeri da 0 a 9 si intrecciano in un affascinante groviglio vegetale infinito, formando un pattern che mette insieme, potenzialmente, ogni singola combinazione di lettere e numeri, dunque il linguaggio e tutto attraverso di questo possiamo esprimere.

Di base a Tblisi, Koniashvili ha infatti creato un alfabeto a tema vegetale, col quale ha partecipato all’ultima edizione dei 36 Days of Type — iniziativa di portata internazionale lanciata nel 2014 da due designer di Barcellona, Nina Sans e Rafa Goicoechea, e consiste nel postare ogni giorno, per 36 giorni, lettere e numeri disegnati ad hoc.
Eccolo qua: A, B, C… fino alla Z, e poi 0, 1, 2
Lungi dal disegnare singoli caratteri separati, la progettista ha pensato fin da subito di connetterli tra loro in un unico, enorme e colorato garbuglio.

L’effetto è ancora più evidente nel mini-sito Garden of Letters, dove è possibile scrollare all’infinito, in alto come in basso, a destra come a sinistra.

(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)
(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)
(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)
(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)
(copyright e courtesy: Anuki Koniashvili)
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