Quaderno della gente di mare, l’ultima creatura di Sirene Publishing

Che la vita inizi dall’acqua è abbastanza scontato. La mia, in particolare, sembra ritornare volentieri a una sua declinazione: il mare. Negli anni ’50 — cercare di risalire all’anno esatto è un’impresa difficile in assenza dei miei nonni, passati a miglior vita — una coppia di perfetti conosciuti si scambiavano le fedi nella chiesetta di San Pietro a Porto Venere, guardando il Mediterraneo poco più in basso. Verso sud, una cinquantina d’anni più tardi, tocca a me mentre discosto con le dita le tende del salotto e mi chiedo che giornata sarà, quando lo schermo di un computer sembra volermi inglobare a sé e allora mi infilo le scarpe e scappo per camminare parallela alle sue onde. Premetto, non ho mai capito se è odio o è amore, ma intanto lui è lì e ogni tanto parliamo. 

Dalla quantità di persone che ho incrociato durante le mie passeggiate sul bagnasciuga del litorale romano, mi è chiaro che il mare si è intrufolato nella vita di molti altri. Me lo conferma una bellissima creazione di Alberto Coretti, Quaderno della gente di mare, edito da Sirene Publishing — la casa editrice del già noto Sirene Journal —, curato da Floriana Cavallo, progettato graficamente da Marco Boldrini e stampato (in edizione italiana e inglese) su carta ottenuta da fibre di scarto della lavorazione della lavanda per la copertina e su carta d’alga Favini Shiro per il suo contenuto.

Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)

È uno di quei quaderni dove non serve scrivere, ma leggere, perdersi. C’è lo zampino della lunga quarantena dello scorso anno, che ha cominciato a far riflettere Alberto su come certe cose siano in grado di lasciarti addosso un’impronta, che si fa sentire più viva quando ne sei distante. Coglie l’occasione della nostra curiosità e ci racconta allora com’è che il mare cambia la gente, attraverso foto in bianco e nero, parole, racconti, citazioni di altri. Lo fa riprendendo le attività più semplici, come galleggiare, respirare, vedere, ascoltare, parlare e molte altre, che diventano sezioni di questo quaderno. Apri la prima pagina ed è come mettere la testa sott’acqua, per immergerti in un mondo che non è solo quella superficie che vediamo o solchiamo, ma un modo di vivere, di diventare, di essere. 

L’ho letto seduta in un angolo della terrazza condominiale, guardando il mare e sentendone l’odore portato dal vento. Quando l’ho chiuso, ho immaginato i miei nonni scendere dalla scalinata che precede quella chiesetta di Porto Venere, seguire il rumore dei pescatori che tornano a casa dopo una lunga giornata, l’odore del pesce appena pescato, arrivare lì dove comincia quella distesa blu, levarsi le scarpe, sorridere e guardare avanti, ad un futuro che doveva sembrargli bello come il mare della loro terra.

Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
Alberto Coretti, “Quaderno della Gente di Mare / Notebook for Seafarers”, Sirene Publishing
(foto: Omar Sartor | courtesy: Sirene Publishing)
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