And then the bear: l’incontenibile rabbia infantile è come un orso oscuro da cavalcare

La storia inizia in mezzo all’erba alta. Un frusciare. Delle mani che sfiorano gli steli. È un bambino che si nasconde, e che poi finisce tra le braccia della madre, che è sul portico di casa, in attesa.
Da lontano soffia il vento. Da lontano arriva un suono. Un’auto. Un uomo dagli stivali texani. Fuma una sigaretta. Abbraccia la donna. In quell’abbraccio, per il bambino non c’è posto. Lui se ne va, in mezzo all’erba.

Quella notte le case del villaggio bruciano. E le ginocchia del bambino sanguinano. Pare di sentirlo il sapore del sangue quando ci si lecca le ferite.
Ma poi dal nero della notte arriva un orso. È maestoso, potente, incontrollabile, indomabile come una rabbia che non riesce più a stare dentro ai propri confini, come la parte oscura di ciascuno di noi, quando viene lasciata libera di vagare per i boschi dell’animo.
Ora tutti i bambini del villaggio sono a cavallo dei loro orsi. Gli uomini e le donne possono solo tremare alla vista delle bestie.

Realizzato dalla regista d’animazione e disegnatrice francese Agnès Patron, il cortometraggio L’Heure de l’Ours (L’ora dell’orso, tradotto in inglese con And Then the Bear, cioè E poi l’orso) è un’opera che si colloca — senza minimamente sfigurare — sulla gloriosa traccia di quei grandi classici della letteratura per l’infanzia che trattano temi come la paura, l’abbandono, la rabbia e quel “paese dei mostri selvaggi” che tutti abbiamo dentro, e che va esplorato, tanto prima o poi il momento in cui farci i conti arriva sempre.

Prodotto dalla Sacrebleu Productions nel 2019, il corto ha fatto incetta di premi internazionali ed è stato anche inserito nella selezione ufficiale del 72º festival del cinema di Cannes (oltre a essere passato per il Lucania Film Festival e il Milano Film Festival, sempre nel 2019).
Poche settimane fa la versione integrale — poco più di 13 minuti, senza dialoghi e con musica ed effetti sonori assolutamente perfetti — è stata finalmente caricata su Vimeo.

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