Diciassette: il catalogo illustrato di una mostra sospesa, dedicata al campo profughi

Intimamente intrecciata con la crisi climatica, lo sfruttamento delle risorse, le guerre di religione, i residui del vecchio colonialismo e gli afflati del neocolonialismo, la crisi dei migranti è un frammento di realtà che ci arriva perlopiù dalle immagini televisive e dai titoli dei giornali, rinchiusa in cornici narrative che distorcono e appiattiscono.
Da lontano la vista è appannata, fuori fuoco. Da lontano non possiamo toccare, sentire, in larga parte nemmeno immaginare e, il più delle volte, neanche ci proviamo, preferendo girarci dall’altra parte sperando che il problema, puf, svanisca come per magia.
Se il vecchio adagio dice che un’immagine vale più di mille parole, è anche vero che alle immagini che arrivano dai campi profughi, dagli hotspot e dai cosiddetti — per ipocrita figura d’eufemismo, per citar Manzoni — “centri di accoglienza” siamo ormai assuefatti e desensibilizzati. In parte rassicurati dalla patina di patetismo con cui i media solitamente ricoprono l’argomento, l’inferno ci appare, se non giusto, comunque inevitabile.

A rompere il granito dell’indifferenza arrivano però le parole, come quelle del progetto Conversations from Calais, che, riportando le conversazioni tra migranti e volontari, mostrano, nella cruda trascrizione di un dialogo, l’agghiacciante “normalità” quotidiana di un luogo che di quotidiano e di normale non ha assolutamente nulla, quello della Giungla di Calais, l’insediamento informale di rifugiati e migranti arrivati nel nord della Francia dalle tante rotte via mare e via terra nel tentativo di entrare nel Regno Unito.
Quello che doveva essere uno spazio transitorio in realtà è lì da anni, ed è diventato una sorta di appendice della cittadina francese — uno «spazio urbano peculiare», come lo definisce Guendalina Piselli nell’editoriale di apertura di Diciassette, catalogo di una mostra che (per ora) non s’è fatta, congelata, come migliaia di altri eventi culturali, in un ormai affollatissimo limbo.

“Diciassette”
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
“Diciassette”
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)

Media manager per diverse realtà culturali, assistente editoriale della rivista d’arte ATPdiary e co-direttrice artistica di Fruit Exhibition, festival bolognese dedicato alle autoproduzioni editoriali e ai libri d’arte, Piselli aveva curato Diciassette come esposizione prevista in occasione di COLLA Fest, un festival delle produzioni collettive all’interno della nuova edizione di BilBOlBul.
Nonostante la mostra sia stata rimandata a data da destinarsi, è comunque uscito il catalogo, un libriccino formato tabloid che è anche diventato la prima pubblicazione prodotta e distribuita da Fruit Exhibition.

Il titolo, Diciassette, si riferisce alla durata media, in anni, di un campo profughi, e l’intera iniziativa è stata ispirata sia dalle succitate conversazioni di Calais sia dal progetto The Fountains of Za’atari, dell’artista Margherita Moscardini: uno studio dei campi per rifugiati considerati non come luoghi provvisori ma come realtà urbane tutt’altro che temporanee (Za’atari, in Giordania è una tendopoli nata otto anni fa e diventata la quarta città del paese, con strade, ospedali, scuole, moschee e campi da calcio).

Illustrazione di Alessandro Cripsta, testo di Daniele Bonaiuti
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Davide Bart Salvemini, testo di Giovanni Tateo
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)

A comporre Diciassette sono sette illustrazioni di altrettantз illustratrici e illustratori, accompagnate da quattro testi (cinque con l’editoriale di Piselli), che osservano il tema “campo profughi” da diverse prospettive: quella del diritto a spostarsi liberamente (nel testo di Sara Manisera, che scrive per Al Jazeera, Libération, Arte e Internazionale), che oggi è diritto solo sulla carta e diventa realtà unicamente se si nasce in certi paesi o se si è ricchi; quella dello sguardo da colonizzatore, che non concede diritti, compreso quello all’intimità e alla privacy (Giovanni Tateo, caporedattore di Menelique magazine); quella degli urbanisti (Giulia Buffoli e Matteo Vianello, dottorandi dell’Università IUAV di Venezia) che immaginano in cinque punti un concetto di “controcampo” da affiancare a quello di “campo”; quella poetica dello scrittore Daniele Bonaiuti, che invece ha affidato il suo contribuito ai versi: «se solo casa non avesse le pareti di / plastica / che il cartone prende tutta la pioggia / di questo tempo di merda del nord».

Le illustrazioni, opera di Isabella Bersellini, Marco Brancato, Elisa Caroli, Andrea Chronopoulos, Alessandro Cripsta, Federico Manzone e Davide Bart Salvemini, si rifanno alle conversazioni di Calais ma non sono semplice e didascalica traduzione quanto piuttosto un ulteriore livello di indagine, filtrato dalle sensibilità, gli stili e le tecniche di autori e autrici.

Stampato su una carta (Favini) prodotta con gli scarti del mais, Diciassette si può acquistare sul bookshop online nato per sostenere Fruit e le sue attività.

Illustrazione di Davide Bart Salvemini, testo di Giovanni Tateo
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazioni di Davide Bart Salvemini e Federico Manzone, testo di Giovanni Tateo
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Federico Manzone
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Federico Manzone, testo di Giovanni Tateo
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Marco Brancato, testo di Giulia Buffoli e Matteo Vianello
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazioni di Marco Brancato e Andrea Chronopoulos, testo di Giulia Buffoli e Matteo Vianello
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Andrea Chronopoulos
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Isabella Bersellini, testo di Sara Manisera
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Isabella Bersellini, testo di Sara Manisera
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazioni di Isabella Bersellini ed Elisa Caroli
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazioni di Isabella Bersellini ed Elisa Caroli
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
Illustrazione di Elisa Caroli
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
“Diciassette”
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
“Diciassette”
(courtesy: Fruit Exhibition / Chiara Francesca Rizzuti)
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