Nasce la rivista di Iconografie XXI

Gonfiabili a forma di papera e di tirannosauri per le proteste in Thailandia, le stranezze del dittatore dj/dentista del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhamedow, i fascio-sincretismi in giro per il globo, le vestizioni anti-coronavirus e le rappresentazioni dello stesso virus nelle tv egiziane, pakistane o nelle strade dell’India e tra le palafitte delle Filippine.

E poi ancora: il trenino turistico nord coreano, il Venezuela che investe soldi per minare bitcoin, striptease in automobile, i cartelli della droga messicana che organizzano la distribuzione di viveri e mascherine durante la pandemia.

L’account Instagram @iconografiexxi

Il dittatore dj/dentista del Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhamedow

Sono immagini incredibili anche solo a parole, eppure c’è Mattia Salvia (lo avevamo intervistato durante la pandemia, qui), laureato in filosofia con specializzazione in storia del pensiero contemporaneo — classe 1990, che le raccoglie in un unico account Instagram di cui è creatore e curatore. Sicuramente molti di voi lo conoscono già, è @iconografiexxi, e se non siete già dei follower sfegatati come il sottoscritto, potete diventarlo adesso.

A parte tutto, Iconografie XXI, altresì seriamente (o ironicamente?) noto come Centro Studi sul XXI Secolo, è un luogo dove si fa ricerca su ciò che accade quotidianamente nel mondo. E lo si fa partendo da una spigolatura estremamente contemporanea ma comunque abbastanza mainstream: tutto ciò che appare su Instagram e che, più o meno disturbante, pare essere utile a raccontare il presente in cui viviamo. Il risultato è una raccolta visiva curata da Mattia che, sapendone abbastanza, riesce in poche parole e qualche commento a portarci in mondi assurdi, ma incredibilmente veri. 

(courtesy: Centro Studi sul XXI Secolo)

Ne scriviamo oggi perché, dopo aver superato le decine di migliaia di follower su Instragram, essendo diventato un seguitissimo creatore di Fanzine su Patreon, Mattia ha deciso di passare a redigere una rivista trimestrale, stampata in tiratura limitata e che verrà lanciata fra pochissimi giorni dai suoi canali.

Ho raggiunto quindi al telefono Mattia, che comunque abita a 300 metri da casa mia e che, fino a che si poteva, frequentava pure il mio stesso circolo ARCI, L’Impegno.


Ciao Mattia, ma dunque basta fanzine?

Centro Studi sul XXI Secolo, “La Peste”, 2020 (courtesy: Centro Studi sul XXI Secolo)

Le fanzine sono state una bellissima palestra, attraverso quelle ho capito cosa significa lavorare ad una pubblicazione. Arrivare a stamparla. Un lavoro molto intenso e su cui, lo sapete tutti voi che mi seguite su Patreon, sono a stento arrivato a pagare i professionisti (amici) che hanno lavorato con me scrivendo pezzi di racconto storico e socioculturale sui temi trattati.
Prendi La Peste, il volume di archivio culturale dedicato alla pandemia che ho curato a marzo e pubblicato a giugno 2020. Lì volevo raccontare come si è adattata la religione, come hanno reagito le organizzazioni criminali, capire perché i telegiornali hanno mandato in onda “interviste al CoronaVirus”. Non l’ho potuto fare da solo, mi sono guardato attorno e alla fine quel volume contiene testi di Eleonora Arcolin (storica delle religioni), Federico Nejrotti (giornalista, lavora a Che fare), Enrico Pitzianti (giornalista freelance), Cecilia Sala (giornalista freelance), Raffaele Alberto Ventura (autore per Minimum Fax e Einaudi). Beh, comunque questa fanzine sarà scaricabile gratuitamente in digitale nel nuovo sito che mandiamo online fra poco.

Eh, in effetti non è proprio una cosa da niente…

Più che altro ci sono cose vere da considerare. Organizzare il lavoro di tutti, stampare, spedire. E poi pagare le tasse sulle vendite, perché le fanzine sono tipo oggetti qualsiasi, anche se pubblichi un libro di storia, questo poi diventa tipo una lampada da tavolo.

Si passa ad una rivista?

Esatto, l’editore che mi aiuterà è Undermedia, lo stesso di the Submarine, magazine online milanese di cui conosco e frequento volentieri la Redazione. Amici, professionisti, indipendenti, precisi e appassionati.
Le grafiche, come pure quelle delle fanzine, sono di Giorgio Craparo.
Il modello cui mi ispiro è Lapham’s quarterly, che è una rivista americana di storia: io voglio fare per il presente quello che Lapham fa per il passato. Da qui il richiamo anche nel logo del sito che vedrete: Lapham’s ha una moneta romana, io metterò una moneta da 1 euro, entrata in vigore proprio all’inizio del XXI secolo. Uscirà 4 volte l’anno, primavera-estate-autunno-inverno, il primo numero sarà sul trumpismo (2017-2020) come fenomeno culturale, sociale, mediatico, social-mediatico. 


Il sito per abbonarsi è questo, attenzione che c’è il limite a 500 posti (100 ora i posti su Patreon). Leggete e sostenete la buona editoria e ricerca indipendente, leggete e sostenete Mattia!

autore della rubrica “Bisticci”
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