Bisticci | Right

Torno a scrivere un bisticcio dopo tanto tempo.
Da questa strana clausura fatta di paure, stranezze e molte arrabbiature, mi pare molto difficile trovare il ritmo giusto e la connessione con tutti voi; purtroppo non è cambiato molto dall’ultima volta che ho scritto qualcosa, e purtroppo questo è un altro bisticcio fatto per raccontare che forse non andrà tutto bene. Soprattutto se tutto andrà come sta andando.

Mentre scrivo siamo di nuovo bloccati in casa e le sfumature dei colori, che vanno anche troppo didascalicamente dal giallo al rosso, sintetizzano quali sono le cose che possiamo e non possiamo fare. Il mondo, amici miei, mi sembra andare al contrario: c’è un casino incredibile e nulla, veramente nulla, va in una direzione anche solo vagamente aderente ai principi razionali su cui dicono essere fondata la cultura di questi ultimi secoli.

Guardiamo un po’ di parole, che alla fine questa rubrica si occupa di questo, non di epidemiologia.

APERTURA.

Questo lemma, che in tempi normali evocherebbe la disponibilità ad ampliare i propri confini mentali o pratici, è sotto sequestro. Apertura dei ristoranti, apertura delle scuole, apertura dalle ore alle ore, apertura dei centri commerciali nei weekend, apertura dei negozi per Natale. Il vincitore in questa gara di miserie, a me pare sempre Matteo Salvini, che cita costantemente l’apertura dei porti.

RISTORO.

Nei miei appunti riguardanti le parole con doppi significati, il termine ristorante è lì da un po’, ma se devo essere sincero mai avrei pensato di essere superato dal Governo nel fare giochi di parole. In tutto questo delirio mi piacerebbe sapere chi è il genio che ha proposto di chiamare Decreto Ristori la legge che dona ristoro ai ristoratori.

SANITÀ.

Non so se avete notato il quantitativo di aggettivi che accompagnano e definiscono la sanità in questo periodo. Tra tutte le espressioni, la mia preferita rimane sanità territoriale, principio generale che sembra nuovo ma che in realtà vive nelle bocche di tanti che negli ultimi 30 anni l’hanno realmente smantellato pezzo per pezzo. La sanità territoriale cos’è se non consultori e ospedali, centri di ascolto psicologico, sociale o dedicati alle dipendenze? Tutti chiusi lasciando inascoltate le lettere, le richieste e le proteste di innumerevoli comitati di utenti e professionisti.
Mi ricordo un verbale della municipale appeso in un bar che frequentavo da adolescente, si leggeva che “gli schiamazzi avevano raggiunto un livello tale da potersi definire notturni”; ecco qua forse potremmo dire che “la sanità ha raggiunto un livello tale da potersi definire lombarda”.

DIRITTO.

Il diritto è qualcosa che non dovremmo dare per scontato, la grande assente tra le parole di questo tempo sembra essere la libertà. Fustigata dalle responsabilità maniacali che derivano oggi dalla negligenza e dal malaffare di ieri, la libertà viene arrogata da certe correnti che vanno dal negare l’esistenza del virus, a dichiarare questa emergenza come pilotata da qualche oscuro faccendiere mondiale.

La parola diritto è proprio la protagonista questo bisticcio, che entrerà anche a far parte di una serie di poster che con Letterpress Workers abbiamo dedicato all’andare avanti, a non abbattersi e continuare a lottare. Con gioia, forza e nessun giro di parole.

Che poi, qui una parola in realtà l’ho girata. Davvero di cattivo gusto, potrebbe pensare qualcuno.
Il quale però potrebbe anche pensare di smettere di leggermi.

Dedico questo bisticcio agli amici Laura e Paolo, che ho incontrato a La Terra Trema, che in questo 2020, con i loro atti sul territorio, la loro presenza assidua e le loro parole precise, sono tra quelli che mi hanno ricordato che i diritti non sono mai una conquista assoluta.

Oggi come oggi, non è nemmeno sicuro che ci prendano in un ospedale.

autore della rubrica “Bisticci”
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