Se non conosco qualcosa, ne sono automaticamente attratto e voglio provarla?
Assolutamente no / no / qualche volta / sì / sempre.
Preferirei scappare piuttosto che parlare con una persona che trovo attraente?
Assolutamente no / no / qualche volta / sì / sempre.
Preferisco ficcare il naso in un libro che andare a socializzare nei bar?
Assolutamente no / no / qualche volta / sì / sempre.
I miei piatti sono ordinati per colore e dimensione, le persone che mischiano tutto sono pazze?
Assolutamente no / no / qualche volta / sì / sempre.
Devo assolutamente finire questo lavoro urgente… oh, aspetta, un nuovo meme tipografico!
Assolutamente no / no / qualche volta / sì / sempre.
Sono le classiche domande da test di personalità — in questo caso con qualche aggiunta “da designer” — ma, piuttosto che concludersi con una succinta analisi psicologica da rivista adolescenziale, le risposte vanno a informare un algoritmo che, in base ai dati, produce un font da scaricare e utilizzare liberamente.
Il progetto si chiama Bagage ed è il frutto di una ricerca attorno alla quale il giovane designer austriaco Daniel Stuhlpfarrer ha costruito la sua tesi di laurea, intitolata Speculative Type Design e discussa presso la University of the Arts di Berlino.
«Questo lavoro esamina l’effetto che una cooperazione tra uomo e macchina ha sulla progettazione di caratteri e come potrebbe essere il futuro del progettazione di caratteri. Il futuro del type design cambierà completamente? Oppure i singoli componenti e processi verranno ottimizzati, e cosa significherebbe questo per i progettisti di caratteri? La domanda chiave è: quanto è rilevante l’uso delle nuove tecnologie in termini di progettazione tipografica?», spiega Stuhlpfarrer, che ha dedicato parte del lavoro allo sviluppo un font variabile.
Piccola parentesi per chi non sa di che si tratta: di cosa parliamo quando parliamo di font variabili?
Se in passato ogni singola variante di un carattere (dimensioni, peso, corsivi) andava materialmente creata (su legno o metallo) e utilizzata, con l’avvento della tipografia digitale tutto questo si è sostanzialmente spostato a livello di file. Ogni stile, un file — per niente comodo per il web, visto che avere molti caratteri e stili differenti comporterebbe un grande uso di banda (e quindi, spesso, il costo del mantenimento di un sito) e pagine molto più lente.
Grazie ai font variabili, invece, un gran varietà di stili può stare in un singolo (e leggero) file. Il designer progetta il carattere di base e ne disegna le varianti su diversi assi (uno può essere il peso, uno la presenza o meno di grazie, uno l’inclinazione, ecc.), e per ciascuno di essi crea dei valori “estremi”, chiamati master. Tali estremi diventano quindi i vertici di una figura tridimensionale, dentro alla quale stanno tutte le possibilità di trasformazione del carattere.
Visto che è più semplice provare che spiegare, ecco un sito pieno di esempi, alcuni con poche assi con cui “smanettare” e altri invece con tante opzioni.
Il font variabile di Stuhlpfarrer, chiamato appunto Bagage, di assi ne ha cinque e di master 32. A controllarli è un algoritmo che assegna i valori in base alle risposte del test.
Il risultato, come già accennato, è un font che si può scaricare e usare liberamente (ma non per uso commerciale).
Seppur non esattamente “personalizzato”, è comunque relativo al risultato del piccolo questionario da venti domande.
La tesi è stata anche raccolta in un libro, che oltre a spiegare tutto il progetto, nella teoria come nella pratica, è di fatto anche uno specimen che mostra i potenziali usi del font.