La rivista Grafik ha lanciato un collezione di poster in edizione limitata per riaprire il magazine

Nel complicato quanto affascinante mondo dell’editoria, la rivista britannica Grafik ha avuto un’esistenza piuttosto travagliata.
Nata ufficialmente a Londra nel 2003 e interamente dedicata al mondo della grafica e dell’industria creativa, in realtà la sua genesi si spinge indietro fino agli anni ’80, in una rivista di grafica chiamata Hot Graphics International, alla quale è poi caduto l’Hot iniziale per diventare semplicemente Graphics International e, sotto la direzione della giornalista e scrittrice Caroline Roberts, giungere all’ultima fase della propria evoluzione con la riprogettazione completa del magazine, dell’immagine e del nome.

Dopo quella rinascita di diciassette anni fa, che ha portato il magazine a diventare uno dei più importanti punti di riferimento nella “design community” anglofona (e non solo), Grafik ha avuto una vita tutt’altro che tranquilla: chiuso nel 2010 per problemi economici, è risorto dalle proprie ceneri l’anno successivo per poi riabbassare la metaforica serranda dopo pochi mesi senza neppure arrivare ad aprire il (di nuovo metaforico) panettone.
Nel 2014, sempre sotto la guida di Roberts, l’ennesima resurrezione, ma stavolta alleggerita dal peso della carta per diventare una rivista solo online e arrivare, negli ultimi tempi, a postare unicamente via social.

Periodicamente, tuttavia, la redazione ha provato a sondare le acque per un eventuale ritorno in grande stile, anche su carta, e finalmente il progetto sta giungendo a compimento: pochi giorni fa, il 18 novembre, Grafik ha lanciato Grafik.Editions, una campagna di raccolta fondi per ridare nuovamente al magazine un supporto fisico, nella forma di un corposo semestrale di oltre 250 pagine.

Per finanziare il progetto, Grafik ha chiesto aiuto alla propria comunità, mettendo in vendita poster in edizione limitata realizzati da graphic designer, type designer e illustratori da tutto il mondo.
Oltre a poterle acquistare, si possono anche proporre le proprie, e provare quindi a essere una piccola parte di questa (ultima?) rinascita.

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