La terra, il cielo, i corvi: un graphic novel storico firmato da Stefano Turconi e Teresa Radice

Mio padre è sempre stato un grande appassionato di storia, a tal punto che se durante la mia infanzia mi spingevo a chiedergli di raccontarmi qualcosa per farmi addormentare, non erano fiabe che potevo aspettarmi. Avevo altri a cui chiedere. Lui aveva voglia di descrivermi le guerre, le trincee, i piani di attacco degli eserciti. Io volevo nascondermi sotto le coperte dalla paura, immaginando le esplosioni, i corpi, il sangue, ma in fondo ne sono sempre stata affascinata. Capivo che c’era qualcosa in più dei meri fatti descritti, lo sapeva anche lui dall’entusiasmo che ci metteva. Gli piaceva leggermi le lettere che i soldati scrivevano al fronte, cercava la storia dell’essere umano, non quella con la S maiuscola, anche se non lo ammetteva.

Teresa Radice e Stefano Turconi, “La terra, il cielo, i corvi”, Bao Publishing, settembre 2020 (courtesy: Bao Publishing)

Quando ho letto La terra, il cielo, i corvi, graphic novel edito da Bao Publishing, illustrato da Stefano Turconi e raccontato dalle parole di Teresa Radice, ho ripensato a quei momenti assieme, l’ho immaginato leggermela concentrato sul bordo del letto con il sorriso soddisfatto.

È una storia che inizia alla fine dell’inverno del 1943, in Russia, nelle Isole Solovetskij, dove i monasteri sono campi di prigionia. A dire il vero più che una storia sembra quasi una barzelletta, una di quelle che non fa ridere, dice Attilio Limonta, classe 1919, proveniente da un paese sui monti del lago di Como, alpino, divisione Tridentina, catturato tra il 25 e il 26 gennaio di quell’anno.
È una barzelletta che riguarda lui, che ce la racconta e che è riuscito a scappare, assieme a Fuchs, un caporalmaggiore dell’esercito tedesco, anche lui prigioniero, e Vanja, un semplice soldato russo che sapeva troppo.
Non parlano la stessa lingua, almeno così vogliono dare a vedere, ma nella loro fuga condividono comunque la fame, la rabbia. Nel tragitto verso un posto sicuro, ogni passo li avvicina l’uno all’altro.

Teresa Radice e Stefano Turconi, “La terra, il cielo, i corvi”, Bao Publishing, settembre 2020 (courtesy: Bao Publishing)

Attilio comincia a notare le debolezze, le fragilità degli altri due, il loro esseri umani e guarda anche dentro di sé. I momenti presenti si confondono con quelli del passato, di una vita che pensava gli stesse stretta ma che ora gli manca. Riescono anche a ridere in mezzo al freddo e alla paura che li bracca più del nemico, ridono per un cappotto che sta bene in piedi da solo perché ghiacciato e con quella risata abbattono ogni muro, sono veramente insieme e finalmente possono condividere chi sono.

Non vi dirò come questa storia va a finire, sarebbe a dir poco crudele perché merita di essere sfogliata e scoperta da voi. Posso dirvi però che adesso ho capito che mio padre non mi stava solo raccontando quello che studiavo a scuola sui libri di testo, mi stava facendo conoscere la storia di altri esseri umani come me alla ricerca della libertà.

Teresa Radice e Stefano Turconi, “La terra, il cielo, i corvi”, Bao Publishing, settembre 2020 (courtesy: Bao Publishing)
Teresa Radice e Stefano Turconi, “La terra, il cielo, i corvi”, Bao Publishing, settembre 2020 (courtesy: Bao Publishing)
Teresa Radice e Stefano Turconi, “La terra, il cielo, i corvi”, Bao Publishing, settembre 2020 (courtesy: Bao Publishing)
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