A differenza della vergogna, che è legata al proprio sistema di valori e può essere vissuta in solitudine così come nel confronto con gli altri, l’imbarazzo presuppone necessariamente una dimensione sociale. C’è bisogno di un “altro da sé” per provare imbarazzo, e di una situazione contingente che causa un certo disagio. Ci si può vergognare del proprio corpo nudo, ad esempio, a prescindere da dove si è e dalla presenza o meno di qualcuno che guarda; tuttavia ci si imbarazza solo quando c’è (o si crede ci sia) uno sguardo che osserva.
L’illustratrice e animatrice Nata Metlukh, di origine ucraina ma di base a San Francisco, ha provato a stilare una lista dei piccoli momenti imbarazzanti che possono capitare nel quotidiano, e li ha resi protagonisti di una divertente animazione, intitolata semplicemente Awkward.
Imbattersi in un passo-io-no-passi-lei per strada, non riuscire a trattenere uno stomaco rumorosamente brontolante in ascensore, essere beccati a sbriciare le letture del vicino o della vicina sui mezzi pubblici, ricambiare il saluto a chi, in realtà, stava rivolgendo un cenno a qualcun altro — sono solo alcuni degli scenari dipinti da Metlukh.
Guardando il cortometraggio, chiunque, probabilmente, si ritroverà a spuntare mentalmente l’elenco.