Le geishe nelle stampe giapponesi: un nuovo libro illustrato de L’Ippocampo

Non avevo mai aperto 196 pagine tutte insieme. O meglio, non avevo mai aperto un unico foglio lungo 196 pagine piegate in formato leporello: quando l’ho fatto, mi sono accorto che a casa mia non c’è nessuna stanza abbastanza lunga o abbastanza larga per arrivare alla fine del libro. In compenso, quando ci ho provato, una delle mia figlie si è fermata a guardarmi incuriosita mentre svolgevo, piega dopo piega, Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese, volume da poco uscito per i tipi de L’Ippocampo.

Curato da Amélie Balcou — che è una storica dell’arte specializzata in arte orientale e xilografie giapponesi, e che con il medesimo editore aveva già pubblicato altri due leporelli: Hokusai. Le trentasei vedute del monte Fuji e Hokusai. Hiroshige. Le stagioni viste dai grandi maestri della stampa giapponese —, il libro presenta le riproduzioni di decine di stampe realizzate tra la fine del ‘700 e la fine dell’800 da alcuni tra i più grandi autori del periodo Edo, quello in cui fiorirono le popolarissime stampe del genere ukiyo-e , realizzate con la tecnica della xilografia, cioè utilizzando matrici di legno incise e inchiostrate.

Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)

Tra i soggetti preferiti degli artisti dell’epoca c’erano ovviamente le donne. C’è addirittura un nome che definisce quel particolare filone di opere — bijin-ga, letteralmente “immagini di belle donne” — e vi si misurarono nomi oggi conosciuti anche dai non esperti di arte orientale, come Utamaro (che è in assoluto l’artista più presente nel libro) e Hokusai.

Come suggerisce il titolo, Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese si focalizza appunto sui ritratti di geishe, che vengono spiegati uno a uno da un libriccino allegato, nel quale appare anche un’introduzione critica scritta da Balcou.

Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)

Viste una a una, le stampe sorprendono per i dettagli, i colori, i pattern, l’assoluta modernità di alcune soluzioni compositive. Aperto — per quanto possibile — nella sua interezza, l’apparentemente infinito serpentone zigzagante che s’allunga sul pavimento stordisce qualunque sguardo si posi su quella affascinante rassegna di immagini.

La migliore recensione possibile, però, me l’ha data mia figlia: prima di rassegnarmi e ripiegare il tutto, non avendo trovato un modo per distendere completamente il volume senza rischiare di danneggiare il libro, l’ho sentita chiamare la sorella con quell’urgenza che si riserva ai grandi ed effimeri spettacoli della natura, pregandola di non perdersi quella inaspettata e variopinta meraviglia che divideva in due la casa.


AGGIORNAMENTO:
Aggiungo una postilla. Come suggerito da un nostro lettore, Riccardo, «è improprio in italiano e ancor di più in giapponese tradurre geishe al plurale. La parola 芸者 geisha rimane inalterata in giapponese e anche in italiano come altre parole di uso comune, come kimono che rimane invariato al plurale. Spero in una vostra correzione».
Come ho risposto a Riccardo, prima di scrivere l’articolo ho fatto qualche ricerca online, trovando in effetti moltissime indicazioni affini alla sua. Se ne parla anche sul sito dell’Accademia della Crusca, dove si suggerisce un plurale in geishe.

Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
Amélie Balcou, “Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese”, L’Ippocampo Edizioni, 2020 (foto: Frizzifrizzi)
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