Manifesti per festival cancellati o rinviati a data da destinarsi. Libri “interrotti” che non hanno ancora trovato modo di arrivare in libreria. Identità visive per progetti rimasti in ibernazione in attesa di tempi migliori. Poster di mostre che non hanno mai raggiunto vernissage. Residenze artistiche bloccate sul nascere.
Se da una parte, in occasione della pandemia globale di Covid-19, il mondo del graphic design è stato protagonista di un massiccio coinvolgimento da parte di professionisti e artisti di tutto il mondo, impegnati in spontanee campagne informative e di raccolta fondi, dall’altra in tanti hanno dovuto bere l’amaro calice, assistendo impotenti a commissioni cancellate, uscite editoriali sospese, grosse operazioni commerciali in stand by, e ritrovandosi col portafogli un po’ più vuoto e poche certezze (o meglio, ancora meno del solito) per il futuro.
Per ora si naviga a vista. Nessuno ha davvero idea di quando e soprattutto come il settore della comunicazione visiva — in tutte le sue molteplici forme — potrà adattarsi a un domani del quale non riusciamo ancora a percepire una forma, e che probabilmente andrà completamente “ridisegnato”.
È in questo scenario che due designer hanno deciso di mettere in piedi un contenitore virtuale di progetti abortiti, rimandati, congelati.
Si chiama Parallel-Parallel ed è opera di Dorothee Dähler e Yeliz Secerli, rispettivamente grafica freelance e direttrice del design presso il Jewish Museum di New York, entrambe, a loro volta, vittime dello stop causa pandemia.
Come hanno raccontato a It’s Nice That, Dähler e Secerli hanno deciso di dare, attraverso il sito (realizzato da Quentin Creuzet), l’idea di una dimensione parallela in cui tutti i progetti raccolti si sono effettivamente realizzati.
Piuttosto che un “cimitero” di idee e opere, quindi, Parallel-Parallel è da intendersi come un recipiente di potenzialità.
Chiunque può inviare il proprio progetto, scrivendo a [email protected].