Magnum Flow: la fotografia documentaristica e di reportage ai tempi della pandemia

Negli ultimi anni il termine più spesso accostato alla rapida e ininterrotta produzione di informazioni e al loro altrettanto veloce e incessante consumo è flusso. Il flusso scorre, il flusso è in movimento continuo, il flusso non s’arresta: è una metafora perfetta per rappresentare ciò che appare come in eterno divenire, tra notizie, opinioni e immagini che scivolano via senza sosta e senza tregua — una “alluvione digitale”, la chiama Bifo in Futurabilità — ed eludono ogni tentativo di fermarsi a elaborare, di concentrare la propria attenzione su un oggetto, un evento, un tema, un pensiero in particolare.

Bruce Gilden
Ralph with a mask while grocery shopping during the Coronavirus Pandemic.
Hudson Valley, New York. USA. April 17, 2020.
(© Bruce Gilden / Magnum Photos | courtesy: Magnum Photos)

La fotografia — che per sua natura “congela” il tempo e permette dunque di analizzare ciò che immediatamente dopo lo scatto è già sfuggito via — paradossalmente costituisce una buona parte del flusso, la più visibile ma altrettanto inafferrabile. Anche i migliori reportage e i più approfonditi progetti documentaristici rischiano di perdersi nel flusso, di affogare nella corrente che tutto appiattisce e omologa, circondati da informazioni irrilevanti.
Una soluzione, forse, è assecondare il flusso. O meglio, tramutarsi in flusso, assumendo forma liquida, mutevole, perennemente in fieri e in evoluzione: questa l’idea che ha preso corpo, durante l’epidemia di Coronavirus, dagli scambi di email tra alcuni dei fotografi della prestigiosa agenzia internazionale Magnum.

A metà marzo, quando mezzo mondo chiudeva le frontiere e molti paesi attuavano le procedure di lockdown, i fotografi si scrivevano raccontando le proprie situazioni, sensazioni, esperienze, allegando immagini, buttando giù impressioni a caldo, paure, preoccupazioni, spunti di discussione.
A inizio giugno tutto questo si è trasformato in Magnum Flow.

Jonas Bendiksen
At home with daughters Boe and Billie, as all the nursery schools are closed during the Coronavirus outbreak.
Nesoddtangen, Norway. March 20, 2020.
(© Jonas Bendiksen / Magnum Photos | courtesy: Magnum Photos)

Realizzato in collaborazione con Fotomat, piattaforma per la pubblicazione online di progetti video e fotografici, Magnum Flow si sviluppa come una sorta di diario collettivo, aggiornato quasi quotidianamente, con immagini e testi dei membri dell’agenzia: dalle mail ai progetti personali fino ai lavori su commissione.

«L’attuale crisi COVID-19 ha limitato tutti i nostri movimenti e i nostri modelli di lavoro. Magnum Flow è il nostro diario di questi tempi», scrivono i curatori dell’iniziativa. Scorrendo la pagina si va indietro nel tempo fino alla prima mail, firmata dal fotografo americano Peter van Agtmael, che diede inizio a tutto, e poi su, in un suggestivo e interessante viaggio nel passato prossimo e nel presente, attraverso sguardi spesso molto personali — delle vere e proprie immersioni nel mondo più intimo di alcuni dei più grandi fotografi del panorama contemporaneo.

Nanna Heitmann
The life in my neighborhood, surrounded in soviet skyscrapers has always been quiet anonymous. Many neighbors left to the countryside to stay at their summer homes. I started to observe the ones who stayed. I have noticed this dog some time ago. Now he changed his outfit- seemingly to fit to the current situation. He takes a walk
at least three times a day. Sometimes in the company of a women, sometimes in the company of a man.
Moscow, Russia. April 8 , 2020.
(© Nanna Heitmann / Magnum Photos | courtesy: Magnum Photos)
Peter van Agtmael
Empty parking lot in the beach town of Ocean City during the Corona virus (Covid-19).
Ocean, Maryland. USA. April 8 , 2020.
(© Peter van Agtmael / Magnum Photos | courtesy: Magnum Photos)
Zied Ben Romdhane
Corona crisis.
Montreal, Canada. 17 April 2020
(© Zied Ben Romdhane / Magnum Photos | courtesy: Magnum Photos)
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