I proiettori, durante questa pandemia, hanno assunto un ruolo sociale, uscendo dal privato delle pareti domestiche per affacciarsi alle finestre e “scrivere” con la luce sui palazzi di fronte, creando esperienze collettive: una sorta di versione tecnologica dei graffitti e al contempo una più “calda” e locale dei social network — che a loro volta hanno amplificato la portata delle proiezioni notturne superando i confini dell’isolato per arrivare, potenzialmente, al mondo intero.
Da Milano a Napoli, da Genova a Bologna si sono viste proiezioni di film, mostre, vecchie canzoni, immagini della resistenza, panorami di libertà.
Anche a Roma, in zona Colli Aniene, nella periferia est della città, al calar del sole le proiezioni sono diventate un appuntamento fisso, gli sguardi dei passanti e di quelli chiusi in casa puntati sul grande muro verticale di un condominio.
Tutto è cominciato il 18 marzo, quando qualcuno ha acceso il proiettore e ha provato a chiamare Batman. Lui non è arrivato, o meglio, non direttamente, perché Batman è lo pseudonimo di uno dei tre Proiezionisti Anonimi (gli altri due sono ovviamente Robin e Catwoman) che, sera dopo sera, hanno condiviso messaggi di luce, diventando un piccolo fenomeno, prima a livello locale, poi — grazie a Facebook, Twitter, Instagram — nazionale e infine internazionale.
«È nato tutto per gioco, ci stavamo mandando dei messaggi e ci siamo detti “servirebbe un supereroe” e così abbiamo proiettato il segnale di Batman. Da lì le prime frasi, sempre tutto spontaneamente e cercando di rispettare il più possibile la sensibilità di tutti», raccontano i tre, che nel corso delle settimane hanno regalato ai vicini testi tratti da canzoni e vecchi film, sagacia popolare e battute “à la twitter”, ma anche messaggi di speranza e indicazioni utili (tipo il numero antiviolenza e stalking).
Col tempo sono arrivate anche delle collaborazioni: Er Pinto, poeta di strada romano, poi illustratori e designer come Francesco Poroli, Ottavia Tracagni e Daniele Pampanelli, e inoltre co-proiezioni a distanza, con Napoli, Roma, Berlino, New York.
Con il tipografo, poeta e giornalista argentino Federico Cimatti di Prensa La Libertad è nata una bella iniziativa: lui bloccato a Roma, dove doveva organizzare una mostra poi saltata, e i Proiezionisti Anonimi ad affidare al muro una sua poesia composta a caratteri mobili.
Quando è arrivata la Fase 2, il 4 maggio, il proiettore si è spento. L’ultima frase, lanciata il giorno prima, era il celeberrimo verso di Dante, “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
A mettere un punto a quanto fatto finora, i tre hanno pensato di autoprodurre un libro, che raccoglie tutte le serate.
La copertina è opera di Poroli, e dentro ci sono le foto dei muri. La tipografia online Sprint24 ha offerto il suo supporto tecnico donando la stampa e il volume ora si può pre-ordinare. Il ricavato sarà devoluto alla Croce Rossa Italiana.
«Non sappiamo come evolverà il progetto» dicono i Proiezionisti Anonimi, ma siamo convinti che il libro possa essere un bel modo per chiuderlo e lasciare il ricordo di quello che è stato. In quanto a noi siete liberi di immaginarci come preferite o semplicemente di credere che non siamo mai esistiti e che invece eravate voi a proiettare: noi e voi eravamo un’unica cosa».