All’interno del complesso mondo della progettazione grafica esiste una nicchia assai affascinante, che è quella dei designer che lavorano per il cinema e le serie tv, disegnando la grafica degli oggetti di scena: dai menu dei ristoranti ai poster appesi ai muri, dalle carte intestate delle aziende fittizie alle insegne di negozi immaginari.
Tra le migliori professioniste di questo settore c’è Annie Atkins, gallese ma di base a Dublino, che ha cominciato inventandosi antiche mappe e pergamene reali per la serie I Tudors ed è poi andata avanti sul set di Penny Dreadful, Boxtrolls – Le scatole magiche, Il ponte delle spie, La stanza delle meraviglie e soprattutto due dei capolavori di Wes Anderson: The Grand Budapest Hotel (che Atkins cita come l’esperienza con cui si è fatta davvero le ossa) e Isle of Dogs.
Da poche settimane è uscito anche un libro — Fake Love Letters, Forged Telegrams, and Prison Escape Maps, edito da Phaidon — in cui la designer parla del suo mestiere e racconta quanto lavoro ci sia dietro ogni singolo pezzo («Sebbene oggetti di scena grafici come inviti, lettere, biglietti e confezioni siano raramente visti da vicino dal pubblico cinematografico, sono progettati minuziosamente fino all’ultimo dettaglio», recita il testo di presentazione del volume).
Da qualche giorno, Atkins ha iniziato un piccolo progetto su Instagram, realizzando dei poster rétro chiaramente ispirati a quelli prodotti durante le due guerre mondiali dai dipartimenti nazionali di salute pubblica per informare i cittadini sulle regole e le buone pratiche da applicare nella vita quotidiana per evitare malattie e infortuni.
Declinati ovviamente su quella che è l’emergenza attuale, contengono alcuni dei tanti messaggi che è facile trovare di questi tempi su social, tv, giornali o sugli stessi volantini delle autorità, ma la designer se ne fa anche consigliare di nuovi dai suoi follower.