Un carattere tipografico al giorno con l’account Instagram 365Typefaces

«I social network hanno trasformato la nostra vita sociale in un contest di popolarità calcolabile al singolo like o follower» scriveva Andrea Daniele Signorelli sul Tascabile a proposito della cosiddetta gamification, quel fenomeno che sempre più spesso — anche se magari non ce ne rendiamo conto — pervade ogni aspetto delle nostre vite attraverso la tecnologia, trasformando tutto in un gioco, dai questionari online pieni di animazioni e barre colorate da riempire, ai badge conquistati lasciando commenti sulle pagine Facebook, andando a fare spese inutili da Tiger, leggendo una manciata di pagine sul tablet o svolgendo gli esercizi quotidiani prescritti dall’app per tenersi in forma.

Questa gamificazione e l’eterna competizione si traducono, sui social in generale e su Instagram in particolare, nel basarsi sulle metriche a propria disposizione per dare al pubblico esattamente ciò che esso si aspetta, di tanto in tanto azzardando qualcosa di nuovo ma immediatamente tornando sui propri passi se il tentativo non accumula abbastanza cuoricini e commenti entusiastici.

(courtesy: 365Typefaces)
(courtesy: 365Typefaces)

«La qualità del feed, spesso e volentieri, come accade per gran parte degli account Instagram, finisce per avere la meglio sulle caratteristiche distintive di ciò che viene pubblicato», sostiene Andrea Biggio.
Romano, classe 1993, Biggio vive a lavora a Milano come graphic designer e poco più di un anno fa ha dato vita a 365Typefaces, un account nato per promuovere e presentare caratteri tipografici contemporanei e sperimentali, realizzati da designer indipendenti e fonderie digitali.

Fondato con l’intento di pubblicare un progetto al giorno, sia esso un font fatto e finito oppure ancora in lavorazione, fino ad oggi 356Typefaces ha raccolto centinaia di caratteri, diventando un vero e proprio archivio digitale perfettamente sintonizzato su quello che è lo stato dell’arte nell’ambito del type design, puntando sulla qualità dei singoli contributi piuttosto che sul “sapore” generale del feed.
«Grazie a questo punto di forza, l’account è diventato velocemente un’ottima vetrina per i designer: spinti dalla natura autentica della pagina, hanno sempre più richiesto di essere pubblicati per aumentare la loro visibilità», chiosa Biggio.

Glyphworld in uso, typeface disegnato da Leah Maldonando (courtesy: 365Typefaces)
Danzante in uso, typeface disegnato da Brando Corradini (courtesy: 365Typefaces)

Talvolta chi invia i propri lavori li realizza ad hoc, come nel caso del 365TChallenge, che è stato lanciato lo scorso dicembre e invitava i designer a creare un alfabeto ispirato alle forme del suono.

Quando gli chiedo quali saranno i prossimi passi per 356Typefaces, Biggio spiega che l’idea è di «diventare un brand partner di foundries ed eventi legati al mondo della tipografia, ma non solo. Nel futuro, 365T promette di estirpare i caratteri tipografici da Instagram, dai circoli chiusi dell’online che spesso rischiano di soffocare i talenti dentro nicchie ristrette. Portare fuori i talenti dal digitale significa anche renderli non unici protagonisti, ma compartecipi di attività legate al mondo visuale e culturale».

Danzante, typeface disegnato da Brando Corradini per 365TChallenge (courtesy: 365Typefaces)
Soundshape xp 01, typeface disegnato da Giuseppe Tangaro per 365TChallenge (courtesy: 365Typefaces)
Esa, typeface disegnato da Carolina Festa per 365TChallenge (courtesy: 365Typefaces)
(courtesy: 365Typefaces)
(courtesy: 365Typefaces)
(courtesy: 365Typefaces)
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