Il complottismo diventa un gioco nella tesi di Maria Calzolari

Ci siamo immersi fino al collo. Dietro ogni angolo c’è il complottista che, a sua volta, dietro a un altro angolo immagina qualcuno che, nell’ombra, fregandosi le mani, cospira, congiura, macchina, trama, ordisce, tesse (il vocabolario narrativo è pieno di metafore tessili).
Sguazzando nelle paludi della disinformazione — o di quella che dovrebbe essere informazione seria ma che invece ammicca tra le righe o grida in prima pagina speculando sulla paura, quindi di fatto entrando in una zona grigia ancora più pericolosa rispetto ai più identificabili abissi della paranoia che prosperano online e non. Sguazzando nelle paludi della disinformazione, dicevo, il complottista può — beato lui — accedere a verità agli altri negate, conoscere la causa di ogni male, i moventi, i responsabili da additare. Insoddisfatto dallo sforzo di cercare prove laddove ce ne sarebbero — spesso abbastanza per scatenare sacrosante rivolte — preferisce dedicare il proprio tempo a costruire totem fatti di teorie che non stanno in piedi.

C’è un progetto, però, che mi ha fatto apprezzare e rivalutare questo particolare aspetto delle teorie del complotto. Quello ludico: la fatica, intendo, di cercare di far star su qualcosa, un apparato teorico che altrimenti crollerebbe con un semplice soffio.

(courtesy: Maria Calzolari)

«Vista la peculiarità apocalittica di questo inizio settimana, ne approfitto per inviarvi un progetto un po’ folle che ho iniziato a novembre», così, nei primissimi giorni dell’emergenza-corona virus, mi ha scritto Maria Calzolari, giovane designer di Modena che ha recentemente conseguito la laurea triennale presso la Libera Università di Bolzano con una tesi che si intitola Forme di complotto e si sviluppa come un vero e proprio gioco in scatola che mette assieme design e complottismo, invitando i giocatori a costruire — letteralmente — dei complotti a partire da spunti personali o da macro-temi.

«Mi sono sempre interessata a storie e trame complicate, complotti e via dicendo, passione che inconsapevolmente ho sviluppato sin dalle medie (come argomento della tesina di terza media scelsi il complotto intorno ai Beatles, in quinta superiore invece lavorai sulla verità e sul negazionismo). Non sono però complottista – anche se mi piacerebbe esserlo ogni tanto», spiega Maria, che da appena poche settimane si è trasferita a Milano e sta facendo il tirocinio come grafica.

Vista, appunto, la peculiarità apocalittica del periodo, le ho chiesto di raccontarmi a grandi linee la sua idea.

Collage con cartoncino e acrili che rappresenta la teoria della Terra Piatta (courtesy: Maria Calzolari)

Durante la mia ricerca di tesi, che andava da romanzi distopici come Cecità di Saramago ad altri testi come New Dark Age di James Bridle, mi imbattei casualmente nel terrapiattismo.
La domanda che mi posi all’inizio della ricerca, iniziata in estate, fu la seguente: come potrebbe cambiare il mondo, nel futuro, se continuassimo ad avere a che fare con gli schermi senza sosta? Se ogni giorno fossimo capaci di stare anche 20 ore davanti al computer o telefono?

Dopo lunghe e sudate ricerche attorno a temi come la vista, gli occhi e via dicendo, un giorno digitai casualmente due parole su Google: Terra Piatta. (Ammetto di aver letto anche Flatlandia di Abbott all’inizio della ricerca, sotto il consiglio del mio relatore di tesi — Pietro Corraini, mentre la correlatrice era Seçil Ugur Yavuz — e forse fu questo a fomentare il mio interesse per le dimensioni e le forme.)

Se nel 2020 digiti “terra piatta” su qualsiasi motore di ricerca ti si apre un universo. Trovai tutte le mie risposte e le successive domande in questa particolarissima ed emblematica espressione, che altro non è che una teoria del complotto.

FLAT EARTH (courtesy: Maria Calzolari)

Le teorie del complotto mirano principalmente ad evadere da realtà considerate come “ufficiali” creando così narrazioni parallele. Paradossalmente i complotti si diffondono attraverso gli stessi media utilizzati per divulgare narrative convenzionali. Per questo motivo le teorie del complotto non sono più segreti misteriosi. Al contrario, sono ormai esposte agli occhi di tutti.

Il complotto è, tra le tante cose, una semplificazione di problemi reali, talmente grandi da risultare troppo difficili da comprendere. Cause di tipo climatico o politico, per esempio, sono così incalcolabili che risulta troppo complicato trovare risposte o soluzioni definitive ai loro problemi, se mai queste dovessero esistere.
Se invece la “colpa” di certe problematiche fosse attribuita ad un’élite di persone — magari capi di qualche potenza mondiale —, che agiscono contro l’umanità attraverso disparate azioni — come il rilascio di particelle tossiche nell’aria che surriscaldano il globo, tanto per fare un esempio —, allora il problema non si ridimensionerebbe, ma diventerebbe in qualche modo spiegabile e circoscrivibile.

È comunque importante che qualsiasi teoria, per essere il più credibile possibile, venga creata e supportata da un gruppo di persone.
Sinonimo di complotto è infatti cospirazione, dal latino con- spirare, ovvero “soffiare / respirare insieme; cooperare; accordarsi insieme, segretamente, nello stesso proposito”.

NINE ELEVEN (courtesy: Maria Calzolari)

Forme di complotto vuole giocare sulla semplificazione che sta alla base dei complotti, senza tuttavia escludere la loro complessità ed ambiguità.
Per rappresentare questo sistema è stato creato un codice che racchiude sette tra gli elementi che concorrono alla creazione di una teoria del complotto, ognuno di essi con forma, colore e dimensioni differenti:

Attore
chi o cosa compie l’azione principale (contro qualcosa/qualcuno o attraverso qualcosa);
Vittima
chi o cosa subisce un’azione imposta da qualcuno o da quache mezzo, per il raggiungimento di un determinato scopo ;
Azione
si tratta di un verbo, azione che può essere compiuta o subita, se riferita ad una vittima;
Strumento
mezzo attraverso cui si compie un’azione o si raggiunge un obiettivo;
Obiettivo
di importanza primaria;
Motivazione
di importanza secondaria;
Conseguenza
seguito inaspettato o accadimento (anche molto elaborato) conseguente ad una situazione di complotto.

(courtesy: Maria Calzolari)

Il gioco prevede l’incastro di questi elementi così da creare la struttura di una di queste teorie, la quale, al termine del gioco, affinché possa funzionare, dovrà sorreggersi in piedi da sola. Verrà constatato nel corso della partita che sarà necessario ed importante comporre la struttura con l’aiuto di almeno un altro giocatore.
Forme di complotto è un gioco il cui scopo è una semplice trasposizione della complessità delle teorie del complotto in una costruzione fisica e tangibile.

Nel corso della ricerca e dei test, sono state sviluppate tre modalità differenti di gioco, in base alla tipologia di costruzione della teoria:

Forme di Complotto
dalla struttura alla teoria;
Complotto di Forme
dalla teoria alla struttura;
Controcomplotto
scontro tra due o più complotti.

Si può giocare da un minimo di due o tre fino all’infinito.
Uno tra i giocatori, che può essere interno o esterno al gioco, copre sempre il ruolo di INTERMEDIARIO, cioè colui che permette di trascrivere la composizione tridimensionale riproducendola in una rappresentazione bidimensionale.

GRETA THUNBERG TIME VOYAGER (courtesy: Maria Calzolari)

Complotto di Forme.
Lo scopo è quello di supportare una teoria del complotto, scomponendo la teoria e ricostruendone la sua forma (struttura). Il complotto che si andrà a creare può essere verosimile, quindi basato su eventi di attualità, o completamente immaginario.

Per iniziare, i giocatori si accordano sulla scelta di un tema e insieme contribuiscono alla costruzione della teoria sulla base di questo tema, seguendo i turni.

TARGETED INDIVIDUALS (courtesy: Maria Calzolari)

Forme di Complotto.
Lo scopo è quello di supportare una teoria del complotto, costruendo in primis la sua forma (struttura) per poi scomporla nella sua teoria. Il complotto che si andrà a creare può essere verosimile, quindi basato su eventi di attualità, o completamente immaginario.

Per iniziare, si costruisce una scultura complessa a proprio piacimento, sempre però montando pezzo per pezzo secondo l’ordine dei giocatori.
In questa modalità esistono due tipologie di gioco:

• tutti con/contro tutti;
• a squadre.

FAKE MOON LANDING (courtesy: Maria Calzolari)

Controcomplotto.
Lo scopo è di contrastare il complotto avversario attraverso un Controcomplotto. In questa modalità di gioco, tutti giocano contro tutti.

Serve un minimo di 3 giocatori, suddivisi in squadre e un Intermediario, che sceglie un tema che sarà valido per tutte le squadre che si sono formate e intorno alla quale si dovrà costruire un complotto.
Il ruolo dell’Intermediario è quello di scegliere ad ogni turno quale delle due teorie è la più forte.

NEW COKE (courtesy: Maria Calzolari)
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