Dietro a ogni oggetto che usiamo quotidianamente, anche il più banale, c’è un intero universo che, potenzialmente, potremmo esplorare: materiali, metodi di produzione, eventuali evoluzioni tecniche e tecnologiche nel corso della storia, processi chimici o fisici, tipologie, funzioni sociali, usi “normali” e usi alternativi, la psicologia che c’è dietro la scelta di una particolare variante rispetto a un’altra.
Prendiamo ad esempio la carta igienica. Ce n’è a due veli, a tre, bianca o colorata, ruvida o liscia. Ne fanno in confezioni da due (per single?) e giganteschi pacchi che si fa fatica a trasportare (senza contare tutto il carico psicologico del fare la strada dal supermercato a casa con una confezione da 24, impossibile da nascondere). E poi l’annosa questione del verso — srotolare verso il basso o verso l’alto (non so a chi potrà mai interessare ma il sottoscritto è del #teamcartaigienicainalto) —, e il numero di strappi necessari (quanti per la pipì? quanti per la cacca? e quando si strappa male?). Per non parlare del movimento: si passa da sotto o dal lato? E quale lato, destra o sinistra?
È esattamente questo lo spirito di una rivista come Science of the secondary che applica, cito dal loro sito, «un approccio curioso alla scoperta di condizioni implicite che esistono nella nostra esperienza del quotidiano. Quando parliamo del termine “secondario”, ci riferiamo a condizioni e sensazioni di cui gli esseri umani non sono consapevoli nella loro interazione quotidiana con le cose e l’ambiente circostante. Accumulando questo ricco e sconfinato campo di conoscenza, la ricerca spera di attingere a una rinnovata sensibilità verso la vita, con molta eccitazione e freschezza».
Estremamente serio e scientifico quanto pure, allo stesso tempo, enormemente ironico, seppure in maniera implicita, il magazine è un progetto di Atelier Hoko, un laboratorio di ricerca indipendente fondato nel 2002 da Alvin Ho e da Clara Koh, un duo di designer/artisti che, come spiegano loro stessi, studiano il costante e crescente disimpegno che va a crearsi tra noi esseri umani e lo spazio e le cose che ci circondano.
Dal 2013 al 2019, Atelier Hoko ha dato alle stampe dieci numeri di Science of the Secondary, focalizzando l’attenzione su questi oggetti di uso quotidiano: la mela, la tazza, l’orologio, la finestra, la porta, il tubo, l’uovo, i calzini, il piatto e, appunto, la carta igienica.
Si tratta di volumetti di circa 50 pagine ciascuno, prodotti in edizioni limitata, e di recente raccolti un box che li contiene tutti.