L'interno di un'allevamento di tacchini. Italia. Maggio 2017.

Blue, il reportage fotografico sugli allevamenti intensivi

Nonostante ami profondamente la parola scritta, devo ammettere che certe storie riescono a mostrare tutta la loro potenza solo con le immagini, in particolare quelle che non hanno bisogno di dettagli o spiegazioni. Lo sanno bene Matteo Natalucci e Luca Santini, che ne hanno fatto un mestiere. 

I due giovani fotoreporter sono amici da diversi anni, si sono conosciuti alla Scuola Romana di Fotografia e hanno sempre saputo di avere interessi per le stesse tematiche. Si trattava di trovare la storia giusta da raccontare insieme e la realtà degli allevamenti intensivi in Italia si è dimostrata un’ottima occasione. 

Una scrofa in fase di gestazione. Italia, novembre 2016 (courtesy; Matteo Natalucci e Luca Santini)

Con l’aiuto dell’associazione animalista Essere Animali si sono introdotti di notte in alcuni allevamenti dell’Emilia Romagna, la prima regione nel nostro paese per concentrazione di questo tipo di attività, e hanno raccolto materiale per testimoniare la condizione degli animali al loro interno.

Nei loro scatti, il flash della macchina fotografica diventa uno strumento per accendere la luce su un tema poco trattato e mostrato, forse per la crudeltà che vi regna, forse perchè siamo piuttosto bravi a scansare le domande scomode sul cibo che finisce sulle nostre tavole. Quello che non vorremmo vedere sono animali sporchi, rinchiusi in spazi saturi, trattati senza alcuna forma di rispetto, vite che iniziano e finiscono solo per i personali interessi del mondo dell’allevamento intensivo.

Esterno di un enorme allevamento di maiali da riproduzione. Italia, aprile 2017 (courtesy; Matteo Natalucci e Luca Santini)

Come ogni storia che si merita, anche questa avrà un suo contenitore speciale: Luca e Matteo hanno deciso di dare vita a Blue, un libro con le sembianze di un quotidiano che raccoglierà le loro fotografie e una riflessione di Wu Ming 2, dell’omonimo collettivo. Il titolo non è casuale, si riferisce infatti sia a quello stato di tristezza che gli inglesi definiscono “feeling blue”, sia al termine francese con cui viene indicata una cottura della carne molto più che al sangue. Per poter far sì che tutto questo diventi veramente pagine di carta e immagini, hanno lanciato una campagna crowdfunding.

Era l’800 e Ludwig Feuerbach scriveva: «siamo ciò che mangiamo». È il 2020 e non lo abbiamo ancora compreso a pieno.

L’interno di un’allevamento di tacchini. Italia, maggio 2017 (courtesy; Matteo Natalucci e Luca Santini)
Una ventola esterna di un allevamento di polli da carne. L’aria dentro e fuori questi posti è irrespirabile. Italia, gennaio 2017 (courtesy; Matteo Natalucci e Luca Santini)
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