Dall’Art Nouveau alla psichedelia

Già nel 1972, col suo seminale saggio illustrato A concise history of posters, il pittore britannico John Barnicoat identificava il lampante collegamento tra lo stile Art Nouveau e la grafica hippy, segnalando anche quello che secondo lui fu l’anello di congiunzione, cioè una mostra intitolata Jugendstil & Expressionism in German posters allestita nel 1965 nell’Università di Berkeley, in California, che fu anche il cuore pulsante della controcultura americana dell’epoca.
Lo stesso anno, ne L’altra America negli anni Sessanta, a cura di Fernanda Pivano, si leggeva: «Il manifesto hippy è, almeno in parte, una riproposta dell’Art Nouveau».

Di questo — e dell’esposizione del ’65 — si parla in Where the 1960s “psychedelic” look came from, un filmato realizzato dalla rivista online Vox che spiega e mostra come e perché la lezione del Liberty, del Jugendstil e dell’Art Nouveau sia arrivata — virata nei colori acidi ispirati dall’LSD — ai concerti di musica psichedelica e all’estetica che oggi consideriamo come sinonimo stesso degli anni ’60.

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