Il concorso Lucca Junior ha inaugurato quest’anno una nuova veste.
Dopo la scomparsa del professor Livio Sossi, storico presidente di giuria, Lucca Junior ha deciso innanzi tutto di intitolargli il premio e poi di evolverlo in qualcosa di più professionale: ai partecipanti infatti non verrà più chiesto di fare un’illustrazione singola su un determinato tema, ma di misurarsi con un testo vero e proprio, da illustrare per farne un libro.
Il testo di quest’anno si intitolava Fino in fondo, di Davide Calì, giurato del concorso insieme a Arianna Papini, Valentina Mai della casa editrice Kite (che sarà partner del concorso per due anni) e a Paolo d’Altan, giurato storico del concorso che da quest’anno passa alla presidenza. Al coordinamento, come sempre, Sarah Genovese.
Al premio Livio Sossi hanno partecipato 331 illustratori, che hanno declinato il testo con il loro stile e la loro personalissima interpretazione.
Vincitrice del primo premio è risultata la catalana Anna Aparicio Català.
L’ha intervistata per Frizzifrizzi Serenella Quarello.
Il protagonista del racconto con cui hai vinto, apparentemente sembra senza emozioni, in realtà probabilmente ne vive talmente tante dentro di sé che non riesce a finire mai nulla perché vorrebbe finire… tutto.
Tu, che emozioni hai provato quando hai saputo che avevi vinto?
Vincere è stata una sorpresa! E all’inizio non ci potevo credere. Ero soddisfatta del lavoro che avevo fatto, ma non immaginavo di arrivare a vincere perché in moltissimi si erano presentati al concorso, gente molto in gamba (come si è potuto vedere nella mostra!); insomma, era qualcosa che vedevo come molto complicato.
Eppure, è successo. Sono stata contentissima di poter andare a Lucca (una città bellissima) e vivere in prima persona un evento così impressionante come quello di Lucca Comics and Games. E poi vedere l’esposizione fichissima che ha organizzato Sarah Genovese… Mi sono sentita molto fortunata. E sono contenta di avere l’opportunità di poter lavorare con con Kite Edizioni e con il fantastico testo di Davide.
A pagina 11 il protagonista sta dipingendo un quadro con il colore rosso e poi lo abbandona senza terminarlo. A te è capitato? Ricordi un lavoro che per qualche ragione tua hai abbandonato?
In realtà sono una persona molto cocciuta, e quando comincio qualcosa ho bisogno di portarlo a termine. Quindi, raramente mi succede di non finire quello che ho iniziato. Sì, ricordo qualche progetto che ho pensato più volte di abbandonare perché stava andando per le lunghe o perché mi sembrava complicato. Ma l’ho sempre portato a termine.
Ti sei in qualche modo immedesimata nel protagonista del racconto? Da quel che vedo: i tuoi lavori, il portfolio e la giovane età rispetto al numero delle tue pubblicazioni, non si direbbe… anzi pare che tu sia rapida nel tuo lavoro di illustratrice, o sbaglio?
Credo che in questo caso, dato il tipo di libro, per me era importante che lo stile del disegno fosse fresco, scanzonato e dinamico, come il nostro personaggio principale.
Secondo me questa storia aveva bisogno di movimento a livello grafico, così come avviene nel testo, e questo è quello che ho cercato di fare. Mi sono focalizzata essenzialmente sul personaggio e sui suoi sentimenti e non tanto nello sfondo che spesso appare bianco e beige. Però, sì, in questo caso, il processo creativo dello storyboard è stato abbastanza rapido e spontaneo.
Sono più rapida in alcuni lavori che in altri, e posso dire di lavorare molto. A volte, se non posso essere veloce perché l’illustrazione è più laboriosa, allora ci impiego più tempo…
Qualche curiosità: ci dici qualcosa sulla tecnica che hai utilizzato, sul perché dei colori che hai scelto e sulla scelta di come raffigurare il protagonista del racconto?
La tecnica utilizzata per le illustrazioni finali è anilina (acquerello rapido) e acquerello e ritocco digitale (per il fondo crema).
Il perché dei colori: ogni volta che faccio un libro mi piace sperimentare con la palette dei colori così come con il tratto o la composizione della pagina e la creazione dei personaggi. Normalmente fino ad ora, ho realizzato libri a colore pieno, e l’anno scorso feci un libro con palette ridotta (verde e rosso, lavorando a strati e con colori piatti come nella serigrafia) e mi piacque.
Per questo progetto ho pensato che fosse bene usare uno stile più grafico, con colori piatti e palette ridotta; ho scelto il blu-verde e l’arancione perché funzionano molto bene insieme come colori complementari poiché ho pensato che in una storia dove succedono tante cose fosse meglio che ci fosse meno colore, per concentrarmi di più sul personaggio e sul suo mondo. Inoltre, siccome si trattava di un concorso, ho ritenuto che fosse meglio presentare una proposta più libera rispetto alle consuete commissioni di tipo editoriale.
Ti piace il messaggio che racchiude il racconto?
Sì! La storia mi è piaciuta dal primo momento. E mi è piaciuto rileggerla più volte perché, come nella maggior parte delle storie di Davide, anche questo racconto ha più strati. All’inizio, pensai solamente che fosse divertente. Poi ho letto e riletto e mi resi conto che tutto il contesto della storia è molto in sintonia con la sovrabbondanza della società attuale; il fatto di avere moltissimi stimoli da tutte le parti, tante possibilità che ci fanno smarrire il cammino proprio come succede al nostro piccolo protagonista.
Quando stavo creando il personaggio, mi ha sorpreso e mi è piaciuta la frase del «…senza finire la banana». Quando ho letto la frase nel testo, ho immaginato il personaggio che mangiava banane tutti i giorni e così ho deciso di farlo diventare un gorilla. Per questo e anche perché non avevo mai disegnato nessun gorilla, decisi di fare un omaggio all’autore — l’illustratore Anthony Browne — e ai suoi personaggi scimmieschi.
E sì, mi piace il messaggio della storia e come ho deciso di interpretarlo. Mi piace il fatto che all’inizio vediamo Kaspar come una persona inquieta che non si impegna in nulla (o almeno così pare) mentre in realtà ha solo tanta curiosità! E con così tante possibilità fra cui scegliere! Il finale mi è sembrato un’ottima chiusura e anche divertente (ma non lo racconto per non rovinare la storia!).
Pensi che sia importante che quello che illustri ti piaccia o ti ispiri rispetto alla resa finale o credi che l’illustratore possa adattarsi a qualsiasi tipo di proposta?
Beh, per un illustratore professionista, sì, forse adattarsi a ogni tipo di progetto è una virtù (a volte ti tocca) e anche una sfida da superare se devi illustrare un testo che non ti ispira e devi cercare risorse per farlo, ma alla fine di vien fuori qualcosa di cui essere orgoglioso, e allora va bene. Ma non è questo il caso! Il testo mi è molto piaciuto!
In generale, per me è cruciale che mi piaccia il testo che devo illustrare anche perché semplicemente, quando qualcosa ti ispira, ti piace, risulta più facile, più naturale, e, partendo da questi presupposti, c’è più motivazione. Credo che per un illustratore sia importante la capacità di adattamento però a livello personale mi diverto molto di più quando la storia mi piace.
Puoi raccontarci qualcosa del tuo futuro prossimo? O per lo meno quello che
ti piacerebbe illustrare. Insomma, il tuo “sogno dorato”.
Proprio ora sto lavorando a una serie di libri con l’editore francese ABC Melody. A maggio è uscito il primo libro: Nico et Ouistiti explorent les fonds marins. E sto lavorando al secondo: Nico et Ouistiti; La grande fête de la forêt.
Presto mi metterò all’opera con Fino in fondo, con il testo di Davide e Kite Edizioni.
E poi ho voglia di iniziare un progetto con un’amica editrice di Barcellona (Space Monkey), anche questo a breve.
Il mio sogno è potermi dedicare pienamente a illustrare belle storie, sviluppare qualche progetto personale e fare le cose senza fretta.
L’intervistatrice
Serenella Quarello
Serenella Quarello, scrive per bambini e ragazzi ed è prof di spagnolo in un liceo. Vive in un bosco dove, tra animali, figli e piccoli disastri quotidiani, cerca l’ispirazione.
Ha pubblicato per Rizzoli Mondadori: Non puoi correre in pantaloncini corti! – 50 donne che hanno fatto la storia dello sport, Rizzoli e diversi albi illustrati e romanzi per pre-adolescenti: Pulga y Gigante, OQO editora, El barco volante y los personajes estrafalarios, vincitore del Premio “Álbum Ilustrado Edelvives”; La scimmia e il melograno, Orecchio Acerbo editore; Fuori dal campo, Rapsodia ed.; El sueño de Goya, CIDEB DeA; Giulietta e Romeo – Amori da panico 4G, HOP! editore; Petin Mignin, calendario d’autore, RG&C; A volte ritornano, illustrato da Maurizio Quarello, Orecchio Acerbo; La señora Potipó busca casa, Narval editor; Ballet- Las grandes historias, Avenauta ed.
A breve in libreria: Bestiario de Frida Kahlo, Tramuntana editorial e Titan-ic 4G, HOP!.
Scrive copioni teatrali e dirige una compagnia teatrale studentesca, Las Máscaras, con la quale, tra gli altri, ha vinto il “Premio al colore” nel Concorso nazionale del Teatro di Cesena, con Frida de los dolores, Frida de los colores, ispirato a Frida Kahlo, e Vite di Evita.
Dal 2009 ha pubblicato una dozzina di opere di didattica dello Spagnolo (De viaje; Rumbo español; Destino DELE A1 A2 B1 e B2; ECO verano 1 y 2, adattamento del romanzo Niebla di M.de Unamuno).
Link: Instagram