I cocktail d’autore di Petunia Ollister

Colazione sostanziosa e libro, possibilmente abbinato a qualche elemento presente sulla tavola. Stefania Soma, in arte Petunia Ollister, creatrice e officiante del sacro rito mattutino dei #bookbreakfast — chi la segue lo sa già — ha cominciato così, con una tazza azzurra che, curiosamente e casualmente, aveva la stessa tonalità del libro che stava sfogliando.

Era il 5 febbraio del 2015 e il resto è storia (della rete, della comunicazione al tempo dei social, del marketing dell’editoria, delle colazioni): Stefania/Petunia ha conquistato decine di migliaia di follower, i suoi pasti mattutini — così come le letture che li accompagnano — sono diventati sempre più ricercati ed esteticamente impeccabili, e sono apparsi su siti, giornali, riviste. L’hanno intervistata, l’hanno ospitata in radio, ha tenuto una rubrica su Robinson, l’inserto culturale di Repubblica, da due anni a questa parte si è anche messa in gioco con la scrittura, curando ogni settimana La Marziana, sulla Stampa, e due anni fa è saltata dall’altra parte dell’obiettivo, pubblicando un suo libro, Colazioni d’autore.

Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)

Per quanto mi riguarda, non avendo mai letto libri a colazione, il fenomeno delle colazioni letterarie instagrammabili non l’ho mai davvero afferrato del tutto. Quando ho incominciato a farmi le ossa con la letteratura “da grandi”, ero un adolescente che invece di andare a scuola passava le mattinate in postaccio chiamato Bar Vino, buttando giù bicchieri mentre — come da stereotipo — leggevo Bukowski, Fante, Hemingway e quelli della Beat Generation. Da allora, se proprio devo associare qualcosa da bere a un libro, ci dev’essere dell’alcool in quel bicchiere.

Petunia, che da grande lettrice conosce benissimo lo stretto legame tra drink e letteratura (tra l’altro l’esplosione del romanzo moderno ha coinciso quasi con il diffondersi della cultura dei cocktail), ha inconsapevolmente deciso di farmi felice, mettendo per un momento da parte tazze, ciotole e tazzine e armandosi invece di coppe, calici, tumbler, shaker, strainer, jigger, blender, stirrer — e tutto l’armamentario in -er dei mixologi professionisti — per il suo nuovo libro, Cocktail d’autore, in uscita il 16 ottobre per Slow Food Editore, che aveva già pubblicato il precedente volume.

Protagonisti delle 160 pagine: romanzi (ma anche saggi e raccolte di poesia) usciti negli ultimi due secoli, abbinati ai cocktail citati nelle opere, oppure che ne incarnano le atmosfere, fotografati da Davide Gallizio e accompagnati dalle ricette per realizzarli.

Un Virgin Mary con Margaret Atwood, “Il racconto dell’ancella”
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
Un Rickey con Francis Scott Fitzgerald, “Il grande Gatsby”
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
Un Whisky & Soda con Dylan Thomas
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
Un Bramble con Shirley Jackson, “L’incubo di Hill House”
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
Un Daiquiri con Patrick Dennis, “Zia Mame”
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
Un Margarita con Jack Kerouac, “Big Sur”
Petunia Ollister, “Cocktail d’autore”, Slow Food Editore, ottobre 2019 (courtesy: Slow Food)
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