Di sbagliare capita a tutti, e sono pieni i libri e il mondo intero di invenzioni e scoperte e incontri salienti nati da una svista, una caduta, un abbaglio, uno strafalcione, un passo falso.
Ma per sfruttare un errore e convertirlo in opportunità servono occhio, allenamento, grazia, umiltà, coraggio e un pizzico di fortuna, che possono trasformare un refuso in una storia («Se, battendo a macchina un articolo, mi capita di scrivere Lamponia per Lapponia, ecco scoperto un nuovo paese profumato e boschereccio: sarebbe un peccato espellerlo dalle mappe del possibile con l’apposita gomma; meglio esplorarlo, da turisti della fantasia», parola di Gianni Rodari) oppure un colla deboluccia in un successo commerciale (i Post-it) o, ancora, un’incuria in una medicina (Fleming e la penicillina).

Un errore può mostrare una nuova strada e, come insegna Munari, “da cosa nasce cosa”. Lo ricordava, tempo fa, l’illustratrice riminese Marianna Balducci che — dalle foglie danzanti alle microstorie nate dalle macchie di Rorschach — ha dimostrato più volte di essere una vera fuoriclasse nell’utilizzare ciò che porta il caso. Come dice le stessa, «bisogna essere disponibili e puntuali all’appuntamento quando succede».
Non poteva quindi esserci autrice migliore per mostrare ai bambini come, da un disastro iniziale che pian piano sembra diventare un pastrocchio, si possa tirar fuori arte.
Pubblicato da Eli – La Spiga Editore nella collana Lilliput, vincitrice nel 2017 del Premio Andersen come miglior collana, C’è una macchia sul mio disegno! è il primo libro interamente scritto e illustrato da Marianna, e racconta lo storia di Max, che vorrebbe diventare un grande artista ma che si trova a dover fronteggiare mille peripezie mentre prova a correggere quella che al principio sembrava una catastrofe: la macchia che dà il titolo all’opera.



