Rosa è il nuovo tema di Sindroms, la rivista dedicata ai colori

A casa mia ci sono stati degli anni in cui i pennarelli rosa non bastavano mai. Si esaurivano molto più rapidamente rispetto agli altri colori perché entrambe le mie figlie, in periodi ben precisi della loro crescita, tra i tre i cinque anni, ne sono state ossessionate.

Non so quanto questa predilezione sia stata naturale oppure spinta dalle convenzioni sociali e dal marketing. Dopotutto, anche se in casa siamo pieni di libri con rappresentazioni non stereotipate dei generi, della famiglia, degli stili di vita, tutt’attorno viene veicolato il messaggio che il rosa sia il colore femminile per eccellenza: i libri più sciatti sono pieni di bambine vestite di rosa, i cartoni animati di protagoniste in rosa, si appendono fiocchi rosa o azzurri quando nasce un bambino e i negozi di abbigliamento e giocattoli sono rigorosamente divisi in reparti. A questo si aggiungono i regali di parenti e vicini che, nella maggior parte dei casi, seguono l’equazione femmina = rosa.

Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)

E poi rosa è — altra convenzione — l’incarnato. Uno stereotipo che, come racconta Riccardo Falcinelli nel suo Cromorama, viene dalla pittura greca e romana, «dove [il rosa] restituiva con molta probabilità una virtù sociale più che biologica: nel mondo antico, specie nelle classi elevate, le donne passano molto tempo in casa e finiscono quindi per essere più chiare rispetto agli uomini che per lavoro o per guerra hanno sempre modi di abbronzarsi un po’».
Ancora oggi, nelle scuole, quando disegni la pelle, la colori di rosa, anche se rosa non è (per fortuna c’è chi ha buone idee, tipo far mescolare ai bimbi i colori fino a ottenerne uno che coincida con il loro e poi usarlo per tutto l’anno).

Quella del rosa, dunque, è la storia complessa di una tinta che per secoli è stata poco considerata, essendo, per così dire, di “seconda classe”, un rosso sbiadito, per poi diventare di gran moda nel ‘700, quando era indifferentemente associata a (e indossata da) uomini e donne, e infine nel ‘900 — potere del marketing — essere indissolubilmente legata alla femminilità e al romanticismo.

Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)

Ma la complessità è ancora lì, da riscoprire, come fa la rivista indipendente Sindroms, che dedica ogni numero a un colore diverso e, dopo il rosso, il giallo e il bianco, ha deciso di focalizzare l’attenzione proprio sul rosa, affrontandolo utilizzando la “lente” delle arti visive ed esplorandolo attraverso cinque macro-temi, spesso associati a questa tinta: la giovinezza, l’ingenuità, l’euforia, l’intimità e l’artificialità.

In 180 pagine il magazine offre mille sfumature di rosa, concettualmente e letteralmente, dalla fotografia all’illustrazione, dai saggi alle interviste, parlando di scienza e di società, di estetica e di crescita, di sentimenti e di ricordi.

Il quarto numero di Sindroms si può acquistare online, potendo scegliere tra tre copertine differenti.

Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
Sindroms n.4 — Pink Sindrom, settembre 2019 (fonte: sindroms.com)
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