Sentirsi goffi e inadeguati, costantemente fuori posto, incapaci di sintonizzarsi sulla frequenza degli altri — la frequenza giusta — e sforzarsi fin troppo per dissimulare il proprio disagio, con la conseguenza di apparire ancora più estranei, alieni, fino a sprofondare nelle sabbie mobili dell’umor nero, dentro a una tempesta di domande, al continuo rimuginio che diventa rumore di fondo e accompagna ogni momento.
Parla di questo Cogito Wonderland, un cortometraggio d’animazione realizzato dalla giovane artista giapponese Saori Suzuki come progetto di laurea presso la Tokyo University of the Arts.
«Questo film è un’allegoria sulle persone goffe. Avendo incontrato gente egocentrica, sono scesa per le scale della malinconia e sono stata inghiottita dalle onde che io stesso ho creato. So che la vita non è soltanto brutta… ma chi sono “io”? Cosa sono “io”?», spiega Suzuki, che il corto l’ha prodotto un paio di anni fa e, dopo aver girato per festival, è finalmente uscito online su Vimeo.
Cogito Wonderland, probabilmente, piacerà a chi potrà ritrovarsi nello stato d’animo del protagonista.
Tra incompatibili, di solito, ci si riconosce.