Il territorio di esplorazione di Marion Bataille si estende ovunque ci siano lettere da disegnare e carta da utilizzare. Gli elementi dell’oggetto-libro, per lei, sono dispositivi narrativi, così come le forme degli alfabeti e dei numeri, con le quali gioca scomponendole e ricomponendole, facendole ballare e stiracchiare, incastrare e schizzare fuori dalla pagina.
Classe 1963, diplomatasi presso la École Supérieure d’Arts Graphiques di Parigi, Bataille fa parte di quella ristrettissima cerchia di autori (ne cito un altro: Komagata) capaci di suscitare meraviglia, stimolare l’immaginazione, insegnare e raccontare usando due strumenti apparentemente semplicissimi e quasi a costo zero — l’ingegno e la carta —, elevandone però la potenza fino a raggiungere risultati che vanno molto al di là della somma delle parti.
Alcuni dei suoi libri:
ABC3D, del 2008; 10, del 2010; Numéro, del 2013; AOZ, del 2016.
I primi due sono stati pubblicati in Italia da Corraini.
Un talento, questo, che le ha fruttato numerosi premi, conferenze, pubblicazioni e mostre in tutto il mondo.
Proprio in occasione di una di queste mostre, Écrire son nom, allestita nel 2018 a Le Havre, in Francia, la designer ha tenuto un laboratorio per bambini, insegnando loro a scrivere il proprio nome utilizzando modalità “altre”, cioè attraverso la forma gioco e il giocare con le forme.
Quel laboratorio ha attirato l’attenzione della casa editrice indipendente Éditions non Standard che, oltre a produrre pubblicazioni inusuali (come ben suggerisce il nome), cura una rivista altrettanto fuori dal comune — UPO, acronimo che sta per Unidentified Paper Object — e caratterizzata dal fatto di avere numeri monografici che mantengono lo stesso formato ma cambiano in quanto a tipo di carta, tecnica di stampa e rilegatura.

Dopo il primo volume, che vedeva come protagonista la graphic designer Rejane Dal Bello, e il secondo, realizzato con la fotografa Xenia Naselou, UPO n.3, sottotitolato No one can fail, ruota appunto attorno a Bataille e ai suoi laboratori.
La designer ha collaborato in prima persona alla creazione del numero, che contiene anche i contributi di diversi ricercatori (un’ex insegnante, uno storico della tipografia, una filosofa e una curatrice), invitati ad analizzare metodi e sviluppi dell’opera di Bataille.
204 pagine, con testi in inglese e francese, UPO n.3 si acquista online, accompagnato anche da un kit per giocare e creare con le lettere/forme.










