(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)

Vista: letteratura per immagini — un progetto di tesi di Azzurra Bignardi

Gli audiolibri, i podcast con la lettura “ad alta voce” dei classici, la riduzione a serie tv, la twitteratura, i video-riassunti via social. Sono tutti fenomeni differenti, con le loro specificità e potenzialità, che però ci parlano della medesima necessità: siamo (dalla notte dei tempi) attratti dalle storie, ne abbiamo bisogno, ne vogliamo sempre di più, ma le preferiamo condensate, serializzate, facilitate. Cercando di saltare rapidamente da uno stimolo all’altro, da un’informazione all’altra, nell’impossibile tentativo di restare al passo col grande flusso che mai si ferma ad aspettare, viviamo nel terrore di perderci qualcosa di fondamentale e, semplicemente, non accettiamo l’idea che una storia possa “rubarci”, in maniera totalizzante, quel poco, prezioso tempo che potremmo dedicare ad altre storie, ad altre informazioni, ad altre notizie, ad altre attività, e così continuiamo a saltellare dall’una all’altra, stressati e mai sazi.

È grottesco, certo. E, per certi versi, terribile. Ma è. In maniera tanto evidente da rendere banale scriverne, come ho appena fatto (rubando a mia volta tempo: «suvvia, Simone, dacci la ciccia e smettila di farneticare»).
Lo vedo in me stesso, nell’evolversi (o involversi) del modo in cui accedo ai prodotti culturali e alle informazioni; lo vedo negli altri; lo vedo soprattutto quando ho a che fare con gli studenti. Affamati di narrazioni, quando non sono costretti a infilare il naso su un libro si affannano a cercarne versioni e riduzioni, modalità più compatibili alle loro abitudini di fruitori di storie.

Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)

Ed ecco, quando si trovano a progettare qualcosa, che gli studenti cercano di andare incontro ai bisogni reali (questo, dopotutto, viene loro insegnato a fare), bisogni che appaiono tanto più chiari quando sono anche i loro.
È con questo spirito che la giovane fotografa e visual designer Azzurra Bignardi ha pensato la sua tesi di laurea magistrale in Design, Comunicazione visiva e Multimediale presso la Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma.

Intitolata Vista: letteratura per immagini, la tesi si sviluppa con la progettazione di un’omonima rivista nella quale ogni numero è una versione/visione fotografica di un classico della letteratura.
Classe 1994, originaria di Latina, Azzurra ha immaginato e realizzato la prima uscita, focalizzata sul celebre romanzo Piccole donne di Louisa May Alcott.

«La rivista si compone di diversi capitoli», chiosa Azzurra, «tra cui uno di presentazione del romanzo in generale, uno di presentazioni dei personaggi e uno di fotostoria. La fotostoria vuole essere una finestra, una vista appunto, sul romanzo. Il lettore può decidere di continuare l’esperienza leggendo il romanzo originale, o leggere la trama semplificata scritta appositamente alla fine della rivista».
A occuparsi di tutto — dalle foto alla grafica, passando per i testi — è stata l’autrice, che spiega di aver avuto l’idea dai silent book per bambini, capaci di «raccontare una storia senza l’ausilio delle parole, quindi perché non creare qualcosa di questo genere che appassionasse anche gli adulti?»

Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
Vista, capitolo primo, “Piccole donne” di Louisa May Alcott (copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
(copyright e courtesy: Azzurra Bignardi)
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