Tra le enormi trasformazioni che hanno investito il settore del giornalismo, negli ultimi anni, una parte importante del discorso che coinvolge chi studia o lavora nei media riguarda il ruolo del design in tutte le fasi della produzione e della divulgazione delle notizie, sia online che attraverso i formati tradizionali.
Sul tema sono anche usciti diversi libri — tra gli editori più attenti va sicuramente segnalato Gestalten, che nel 2013 ha dato alle stampe Designing News di Francesco Franchi e, in seguito, due volumi a cura di Javier Errea:Visual Journalism (2017) e Newspaper Design (2018) — e vengono organizzate molte conferenze e incontri internazionali che approfondiscono e discutono del ruolo sempre maggiore dei graphic designer all’interno delle redazioni di giornali, riviste e portali.
Nel 2017, in Olanda, è anche nata una piattaforma interamente dedicata alla relazione tra arte, design e giornalismo. Fondata dalla designer Noortje van Eekelen e inizialmente battezzata The Common Affairs, nel 2018 ha cambiato nome in ACED, diventando un vero e proprio network internazionale che ha lo scopo di — cito — «scoprire e creare nuove forme di produzione giornalistica sperimentale» e porta avanti un’intensa attività di workshop, conferenze e co-produzione di progetti.
Da una di queste conferenze, organizzata in collaborazione con la designer Paula Minelgaite, si è sviluppata una rivista, The House of Common Affairs, che verrà pubblicata al ritmo di un numero all’anno.
Il primo, intitolato The Fourth Estate Utopias, cioè “utopie del quarto potere”, è composto da 144 pagine, si può acquistare online e raccoglie proprio gli interventi usciti fuori durante l’incontro, oltre a interviste e saggi realizzati appositamente per il magazine.