BOLO n.3 (fonte: bolopaper.com)

Il nuovo (e ultimo) numero di BOLO magazine è dedicato alla morte

Partecipare al proprio funerale è un po’ il sogno di tutti. Cantare, in lacrime, la propria dipartita. Assistere alla fine, quando questa viene celebrata. E agghindarsi di tutto punto, ché la morte è uno di quegli eventi che capitano una volta sola.
BOLO magazine ha deciso di regalarsi questo privilegio perché, appunto, è giunta la sua ultima ora.

Fondato da Marco Nicotra nel 2011 all’interno del più ampio progetto BOLO paper (che, invece, va acanti spedito), dopo sei anni in stato di conservazione criogenica — tanti ne sono passati dall’uscita precedente — BOLO magazine è stato scongelato per morire nel più degno dei modi: con un nuovo numero dedicato proprio alla morte.

BOLO n.3
(fonte: bolopaper.com)

Un numero lussuosissimo, come si conviene per l’estremo saluto, stampato in offset a otto colori, su due tipi di carta. Ma la vera chicca è la copertina: su carta dorata, argentata o bianco perla ce ne sono ben 550 differenti, tante quante sono le copie stampate. L’immagine in nero, infatti, è frutto di una sequenza casuale di azioni fatte eseguire automaticamente da Photoshop, creando ogni volta un risultato unico.

Nelle oltre 100 pagine interne, Nicotra ha dato spazio al lavoro di 24 artisti, italiani e non: Tyler Spangler, Rico Greb, Grzegorz Czaplicki, Francesco Cutway, Alice Bosco, Franz Murtas, Ollie Heald, Rachel Derum, Sara Sacilotto, Paper Draper, Michelle Eismann, Thomas Raimondi, Hojin Kang, Soup Studio, Alessandro Cripsta, Alessandro Strickner, Clara Richard, Andrija Čugurović, Marco Agosta, Matilde Cassarini, La Piccina, Dmitry Borshch, Silvia Giuseppone, Alberto Panegos e Noemi Romano, oltre allo stesso Marco.

BOLO n.3
(fonte: bolopaper.com)

Tra grafiche, illustrazioni, collage e testi — tutto nello stile situazionista, memetico e cinico che ha caratterizzato le pubblicazioni di BOLO in questi anni (assai apprezzate dai frequentatori delle fiere di editoria indipendente) — la morte ne esce benissimo, come d’altronde succede sempre.

Qualcuno sostiene che ci sia vita anche dopo la morte, quindi non è del tutto detto che il progetto non possa risorgere. A differenza degli dei venerati dai più, Nicotra non è onnipotente ma il dono della parola ce l’ha. Lo trovate online, ai festival, e potrete chiederlo direttamente a lui: «Marco, ma la reincarnazione?».
Nel frattempo magnifichiamo questo atto finale acquistandone una copia.

BOLO n.3
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(courtesy: BOLO)
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