Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018 (fonte: shop.mexicansummer.com)

We Ate The Acid: in un libro un trip nell’arte e nella mente di Joe Roberts

«Sono solo un tizio qualunque che occasionalmente fuma DMT e dipinge dei Topolino». Con gli occhi sgranati di uno che, mentre parla, è contemporaneamente in un altra dimensione, si presenta così l’artista americano Joe Roberts durante una puntata della serie Hamilton’s Pharmacopeia, prodotta da Vice. La puntata in cui Roberts appare ha un titolo che non lascia adito a dubbi — What It’s Like to Make Art on DMT — e mostra il pittore mentre racconta le sue opere, tutte quante realizzate in stati di alterazione indotti da LSD, psilocibina e appunto DMT.

Da anni Roberts, che vive a San Francisco e che si fa chiamare anche LSD Worldpeace, si attiene a uno stile di vita ben riassunto da una famosissima e fortunata frase pronunciata dal protagonista de Il grande Lebowski — «Sai, fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente, diciamo, flessibile» — e, mentre viaggia con la psiche tra i mondi, realizza quadri e disegni infarciti di simboli, mandala, rane magiche, animali di ogni tipo, streghe, alieni, palazzi con milioni di stanze, muri cangianti, costellazioni che sembrano strutture chimiche e soprattutto riferimenti alla cultura pop, che in milioni di frammenti entra nelle esperienze e dunque nei lavori dell’artista, esposti e venduti dalle gallerie di tutto il mondo.

Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
(fonte: shop.mexicansummer.com)

«Forse la cosa più importante [delle mie opere] è ispirare qualcuno a vedere coi propri occhi cosa siano le esperienze psichedeliche. Penso che esse siano degli incredibili strumenti a cui abbiamo accesso e che dovrebbero essere usati. Come ogni strumento, va trattato con rispetto e usato con attenzione», ha raccontato Roberts in un’intervista realizzata dal Guardian in occasione dell’uscita di We Ate The Acid, monografia pubblicata dalla casa editrice indipendente Anthology Editions.

In 140 pagine il libro raccoglie più di 100 opere di Roberts, accompagnate da una prefazione di Hamilton Morris — giornalista, psiconauta e conduttore della succitata serie Hamilton’s Pharmacopeia — e da un’intervista con l’attore e gallerista Leo Fitzpatrick.

Il titolo stampato sulla copertina, 61)A3HT3TA3W, al contrario si legge proprio WEATETHEACID, mentre l’allucinato Topolino di Fantasia è un riferimento al personaggio Disney che appare in molti quadri e disegni dell’artista, che lo considera come un suo avatar.

Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
(fonte: shop.mexicansummer.com)
Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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Joe Roberts, “We Ate The Acid”, Anthology Editions, dicembre 2018
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