(fonte: collletttivo.it)

Collletttivo: una giovane type-foundry che distribuisce gratuitamente font

Per mostrare caratteristiche e potenzialità dei caratteri tipografici che progettano, i type designer usano dei pangrammi, cioè delle locuzioni non sempre di senso compiuto che però contengono al loro interno tutte le lettere dell’alfabeto. La più famosa e utilizzata in assoluto è la classica «The quick brown fox jumps over the lazy dog» ma capita di trovare frasi che non siano pangrammi, e con micro-narrazioni ben più bizzarre di rapide volpi marroni che saltano sopra a cani pigri.

Tipo queste:
«O templi, quarzi, vigne, fidi boschi!»
«Are those shy Eurasian footwear, cowboy chaps, or jolly earthmoving headgear?»
«Dopo la morte del babbo pareva che gli fosse entrato il diavolo in corpo»
«Strangely, aerobic exercise doesn’t quite work with improvised free jazz»

(fonte: instagram.com/collletttivo)

Dietro ai templi e alle vigne, dietro alle timide calzature euroasiatiche, al babbo col diavolo in corpo e agli esercizi di aerobica che non funzionano col free jazz ci sono Davide, Luigi, Nunzio, Matteo, Sara, Luca, Benedetta, Costanza, Alberto e Ruggero, che ho conosciuto a fine gennaio durante Fruit Exhibition, dove se ne stavano dietro a un banchetto pieno di caratteri dai nomi strani — Mattone, Halibut, Ortica, Ignazio — che io ho prontamente provato ad associare a tutti quei volti che mi guardavano, senza ovviamente azzeccarne neanche uno.

Insieme, Davide, Luigi, Nunzio, Matteo, Sara, Luca, Benedetta, Costanza, Alberto e Ruggero formano Collletttivo, con tre l e tre t (per chi fosse curioso di come si divida in sillabe, lo spiegano loro: Col-l-et-t-ti-vo), una fonderia digitale caratterizzata dal fatto di mettere a disposizione gratuitamente tutti i font prodotti dal gruppo.
Per saperne di più, una volta smaltita la figuraccia del non aver saputo collegare i caratteri ai nomi e alle facce, li ho contattati via mail e ho fatto loro qualche domanda. Mi piace pensare che mi abbiano risposto tutti in coro.

* * *

Collletttivo, Ignazio Sans
(fonte: instagram.com/collletttivo)

Com’è nato il progetto?

Collletttivo è nato circa due anni fa, nell’aprile del 2017, a bordo del tram 9, tratta Porta Genova – Milano Centrale, come logica conseguenza di un corso di type design. Non era il Collletttivo di adesso, e non si chiamava nemmeno Collletttivo. L’idea iniziale dei fondatori era quella di creare una piattaforma per raggruppare le font nate durante il corso e portarle avanti anche dopo che questo era finito.
Il progetto ha iniziato a definirsi meglio durante il 2018, quando sono entrati tra le sue fila 7 nuovi membri, amici e collaboratori dei tre fondatori, tutti giovani graphic designer nel panorama milanese.

Collletttivo, Mattone
(fonte: instagram.com/collletttivo)

Perché distribuite gratis i caratteri che progettate?

Distribuirle gratuitamente ci è sembrata da subito una valida opzione in quanto frutto di sperimentazioni non ancora professionali, oltre che coerente con un’etica di condivisione libera e di collaborazione aperta, che è alla base concettuale di quello che poi è diventato Collletttivo. Infatti si è ben presto andato a delineare un manifesto, una dichiarazione di intenti: costruire una piattaforma di distribuzione tipografica digitale, italiana, gratuita e open-source.

Collletttivo, Ribes Black
(fonte: instagram.com/collletttivo)

Da dove viene il nome?

Il nome stesso cerca di richiamare l’idea della collaborazione. Creare font è tendenzialmente un lavoro solitario: si studia, si fa ricerca, si passano mesi davanti al computer a disegnare glifi finché tutto è pronto per la distribuzione. Quello che per noi è interessante, invece, è la possibilità del continuo scambio di idee: chiunque può scaricare un nostro font e lavorarci, modificarne i glifi, migliorarlo e ridistribuirlo in un ciclo di varianti potenzialmente infinito.
Libera Tipografia è quindi uno dei nostri valori principali, e sono anche le due parole le cui iniziali L e T si aggiungono al concetto di collettivo per creare il nostro nome.
COL(L)LET(T)TIVO: COLLETTIVO (L)IBERA (T)IPOGRAFIA.

Collletttivo, Ortica
(fonte: instagram.com/collletttivo)

Quindi Collletttivo è effettivamente un collettivo?

Collletttivo ad oggi lavora senza gerarchie, in continuo scambio e con divisione autonoma dei compiti. Per ora va bene così, ma siamo nati da poco e siamo in continua definizione: mano a mano che affrontiamo nuove situazioni si delineano nuove dinamiche.

Essendo “Libera” immagino che anche il collettivo sia aperto.

Sì, Collletttivo ha doppia dimensione: una type-foundry open source, una piattaforma accessibile e aperta a chiunque abbia un progetto tipografico interessante e lo voglia distribuire gratuitamente; e anche un gruppo di lavoro di vocazione grafica, con base a Milano, che cerca di diffondere il proprio gusto e i propri font, senza prendersi troppo sul serio.
Ognuno di noi ha un lavoro o sta finendo gli studi, non abbiamo una sede fisica, e questo per ora rimane un progetto a cui ci dedichiamo la sera e nei weekend, ma siamo entusiasti e abbiamo intenzione di andare avanti con sempre più energia.

Collletttivo, Porpora Sans
(fonte: instagram.com/collletttivo)
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