I numeri parlano. Parlano ma sono facilmente influenzabili. E ancora più influenzabili sono i grafici che delle nude cifre offrono una rappresentazione. In base a cosa scegli di inserire e lasciar fuori, al tipo di grafico che decidi di usare (a torta, a barre, a linee), a quali correlazioni — pure le più assurde — proponi, non è così difficile trovare dati a supporto anche della più faziosa e bizzarra delle opinioni.
Così come le mappe, l’information design — ovvero la difficile arte della traduzione grafica dei dati — può anche essere utilizzato come strumento di propaganda, come dimostra una serie di volumi dal titolo L’URSS e i paesi capitalisti (in originale СССР и капстраны), prodotta dai sovietici per comparare gli indicatori tecnici ed economici dell’economia nazionale con quelli dei paesi capitalisti.
Su Istmat.info, archivio online che raccoglie documenti sulla storia della Russia e dell’Unione Sovietica, c’è una versione del 1939 (divisa in sette fascicoli, disponibili in pdf: 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7) e una del 1957. Quest’ultima — dalla quale sono tratte le immagini che accompagnano quest’articolo — è davvero interessante dal punto di vista grafico: dal lettering ai colori, dalle illustrazioni alla rappresentazione dei dati, l’URSS fa sfoggio della propria potenza — dalla produzione di grano a quella dell’acciaio, dalle scarpe allo zucchero — tra le pagine del libro, che si può scaricare in pdf.
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