È un grande classico, dopo un viaggio tra amici: «ti ricordi quando…?» «E quel tipo che…?» «Quando abbiamo mangiato…», e in testa intanto si affollano i pensieri, malfermi e caotici frammenti che diventano più vividi man mano che raccontiamo o che gli altri raccontano, e cominciano a prendere la forma di un film che nessuno mai andrebbe a vedere, fatto di un unico, convulso piano sequenza, senza tempi morti, senza un filo narrativo, che è poi il motivo per il quale è insopportabile vedere le foto di viaggio altrui — sono i fotogrammi di quei film che hanno senso solo perché li ha “girati” — e ancora più insopportabili erano quelli che (lo fa ancora qualcuno nell’era social?) invitavano gli amici a casa perché così «ci guardiamo gli scatti del viaggio di nozze», o della vacanza a New York, o del viaggio-studio del figlio a Londra.
È dunque un vero miracolo quello che hanno realizzato Dante Zaballa e Juan Molinet, due illustratori e animatori argentini, entrambi di base a Berlino, che di recente sono stati assieme in Giappone e, al ritorno, hanno prodotto un cortometraggio d’animazione che è esattamente come ho descritto prima — malfermo, caotico, senza un filo narrativo — ma, incredibilmente, funziona.
Il video è frutto di una conversazione che i due hanno avuto poco prima di tornare a casa, e che Zaballa ha registrato di nascosto, utilizzandola poi come sceneggiatura e come audio del corto, che è consigliato guardare coi sottotitoli.