Il chiacchiericcio, il pettegolezzo, la maldicenza: questo genere di conversazioni ha sempre avuto, nella storia dell’umanità, dei luoghi “d’elezione”, che sono via via cambiati seguendo le trasformazioni economiche, sociali, urbanistiche e tecnologiche: dalle terme degli antichi romani (che avevano pure una divinità, Fama, con tanti occhi, tante orecchie e infinite bocche) ai salotti borghesi, dalle cucine della servitù al salone del parrucchiere, dai corridoi dei palazzi del potere ai distributori per l’acqua e le macchinette per il caffè degli uffici.
«Gossip always find a way»: si conclude così uno degli articoli raccolti nel nuovo numero — il terzo — di Eye on Design, rivista pubblicata dall’AIGA, l’American Institute of Graphic Arts, che prende il nome dall’omonimo magazine online nato nel 2014.
Il tema che lega i contenuti di questa ultima uscita è proprio il gossip, o meglio il ruolo del design nel dar forma alla “arte di parlar degli altri”. Dal pettegolezzo nel mondo dell’industria creativa al design editoriale di una rivista nazionalpopolare come People, dalla storia di Tupperware e delle dimostrazioni a domicilio fino ai social network e alla messaggistica istantanea, che sono al contempo i luoghi (immateriali) e gli strumenti del gossip contemporaneo.
160 pagine, con in allegato un volumetto satirico intitolato Spotted, Eye on Design n.3 si acquista online.