Il Premio Renner per gli illustratori italiani: intervista a Sara Manfredi di Cheap

Diecimila Euro. 10.000.
Questo è l’ammontare del Premio Renner per il Contemporaneo, un concorso di illustrazione rivolto ad artisti professionisti o esordienti residenti in Italia di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

Lanciato lo scorso maggio, il premio è frutto della collaborazione tra Renner Italia — azienda che di colori se ne intende, visto che produce vernici per il legno — e una realtà come Cheap, progetto indipendente dedicato alla street art che dal 2013 a oggi si è guadagnato rispetto, credibilità (e ci aggiungerei pure amore, perché come fai a non amare una cosa così) sia nel panorama nazionale che in quello internazionale.

Di concorsi di illustrazione ce ne sono tanti. Quelli seri sono un po’ meno. Quelli seri che mettono in palio una cifra che magari non cambia la vita ma di sicuro può offrire un po’ di tranquillità per chi ha qualche idea alla quale lavorare — beh, sono ancora meno.
Tra questi c’è il Premio Renner per il Contemporaneo, che ha in giuria la pluripremiata fumettista Vanna Vinci, l’editrice di Logos e direttrice della rivista Illustrati Lina Vergara Huilcamán, il direttore artistico del MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna Lorenzo Balbi, il direttore generale di Renner Italia Lindo Aldrovandi, il direttore di Frizzifrizzi, cioè io (con Frizzifrizzi siamo anche partner dell’iniziativa), e Sara Manfredi, che è una delle fondatrici di Cheap assieme a Antonella Ciccarelli, Sonia Piedad Marinangeli, Elisa Placucci, Flavia Tommasini, Elisa Visentini.

Proprio Sara Manfredi, che vive tra Bologna e Monaco di Baviera ma che sono riuscito a raggiungere a inizio estate, mi ha raccontato com’è nato il Premio, come si svilupperà e cosa si aspetta dai lavori che arriveranno (a tal proposito: c’è tempo fino al 10 ottobre 2018 per partecipare).

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Qual è la genesi del progetto?

Come Cheap abbiamo partecipato alla seconda edizione de La Buona Vernice, un progetto di corporate social responsability creato da, Renner, che metteva in palio 35.000 Euro, divisi in quote diverse, per dei progetti culturali.
Noi abbiamo partecipato con il progetto del wall di Irma Bandiera, che poi abbiamo realizzato l’anno successivo con Orticanoodles sul muro delle scuole Bombicci di Bologna.

In quell’occasione abbiamo conosciuto Luca Fotia, responsabile comunicazione e marketing di Renner. Era il 2017, e nell’agosto di quell’anno Luca si è messo di nuovo in contatto con noi perché era rimasto molto soddisfatto del rapporto che avevamo avuto con loro e voleva di nuovo lavorare con noi, però a qualcosa di diverso.

Premio Renner per il Contemporaneo

Non è però scontato che una realtà tutto sommato radicale come Cheap collabori con un’azienda.

No, infatti. E per questo non abbiamo neanche mai chiesto grandi sponsorizzazioni, non tanto per una questione di “durezza e purezza” quanto piuttosto per coerenza, per rimanere a nostro agio nel fare ciò che facciamo, per essere direttamente responsabili delle decisioni che prendiamo e decidere noi come lavorare e con chi.

Con Renner però è stato un caso completamente diverso. Con il progetto La Buona Vernice abbiamo avuto prova di avere a che fare con un’azienda molto seria e responsabile. E per questo nuovo progetto Luca ci ha lasciato carta bianca fin dall’inizio.
«Fammi una proposta, prova a immaginartelo», mi ha detto. Lui è un giornalista: è molto curioso, interessato a capire le logiche, il perché di una scelta piuttosto che un’altra. Ed è molto bello lavorare così, con tanta libertà e con un partner di lavoro intelligente.

Premio Renner per il Contemporaneo

E tu?

Io ho immaginato qualcosa che potesse offrire uno sguardo sul contemporaneo. Ho immaginato un premio. Ho immaginato un meccanismo di “call”, che è sempre stato uno degli strumenti centrali di Cheap.

A proposito di call: perché la scelta di mettere un limite di età — 40 anni? Alle call di Cheap, se non sbaglio, possono partecipare tutti.

Sì Cheap non ha limiti di età né di provenienza. Il Premio per il Contemporaneo Renner Italia però è diverso. È indirizzato a una fascia di creativi e creative che magari non si sono ancora affermati. Ed è più facile che sopra i 40 tu sia già un professionista.
Il premio in denaro in palio di sicuro non ti cambia la vita ma un po’ di differenza la fa, può però aiutare qualche talento che ha un progetto in testa.

Premio Renner per il Contemporaneo

Il tema sul quale i partecipano lavoreranno è l’azzurro. Come mai questa scelta?

Quando arriva ottobre io comincio ad avere l’orticaria perché il periodo in cui, ogni anno, dobbiamo scegliere il tema per la call di Cheap. È sempre un momento piuttosto straziante. Poi una volta che hai individuato un tema devi riuscire a dipanarlo, ma senza essere troppo precisa, e devi riuscire pure trovare un’immagine che in qualche modo evochi il tema ma senza mettere paletti e sovradeterminare un’interpretazione.

Per questo concorso abbiamo scelto un colore perché Renner fa vernici. E l’idea di potermela cavare con un colore mi è sembrato fantastico. Un colore è un tema apertissimo: puoi abbinarlo, puoi declinarlo in tante sfumature, puoi persino non usarlo.
Una volta definito che doveva trattarsi di un colore, la scelta dell’azzurro è stata naturale visto che è il colore di Renner.

Premio Renner per il Contemporaneo

Perché un concorso di illustrazione e non, ad esempio, di arte urbana, visto il background di Cheap?

Non è detto che l’anno prossimo il campo di indagine sarà lo stesso.

Quindi ci saranno anche delle future edizioni?

Ora è troppo presto per dirlo. Vediamo come va. Noi stiamo lavorando bene. C’è una bella intesa. Io sono molto ottimista.
Il concorso è solido. In palio ci sono soldi veri [ride, ndr], c’è una mostra, che sarà molto curata, c’è un catalogo, c’è una bella giuria…
Comunque è questo il motivo per cui l’abbiamo chiamato Premio per il Contemporaneo, per lasciare aperta la porta ad altri eventuali, futuri linguaggi.

Vanna Vinci, presidente della giuria

Hai parlato della giuria, che è piuttosto eterogenea.

Sì, una fumettista affermata, un editore di illustratori internazionali, il direttore di una grande istituzione museale, un imprenditore illuminato, tu, io. È una giuria molto legata a Bologna perché la presidente, Vanna Vinci, vive qui e con la città ha un legame molto speciale. E poi ci sei tu, e Frizzifrizzi sta a Bologna. C’è Logos, che oltre a essere partner di Cheap e a fare tutti gli anni con noi delle installazioni durante la Bologna Children’s Book Fair ha aperto qui anche quello splendido negozio che è Mirabilia. Poi c’è Lorenzo Balbi, che è il direttore del MAMbo. E ovviamente io e Lindo Aldrovandi, che è il fondatore e il direttore generale di Renner Italia, che è qui, come Cheap.

Ateliersi, dove verrà organizzata la mostra

A Bologna ci sarà anche la mostra, dal 31 gennaio al 3 febbraio 2019.

Il periodo è stato scelto attentamente. La mostra si svolgerà infatti durante Art City, che è tutto il programma di eventi col quale la città “risponde” ad Artefiera. Il luogo sarà l’Ateliersi, che è un posto bellissimo e un luogo di produzione e sperimentazione artistica. Uno studio di architetti di Bologna — Rizoma — sta sviluppando l’allestimento per l’esposizione.

Cosa ti aspetti da chi parteciperà?

Io mi aspetto della qualità. Che salti fuori una bella panoramica sull’illustrazione italiana contemporanea.

Rhizoma, lo studio che curerà l’allestimento
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