Non so cosa ti abbiano raccontato finora ma in Alto Adige ci sono vulcani. O perlomeno ce n’è uno ed è attivo, sebbene per niente pericoloso, e oltre a un nome ha pure un cognome: si chiama Anna Quinz.
Anna credo sia l’unica persona che, negli oltre dieci anni di vita di Frizzifrizzi, sia apparsa su queste pagine in svariate vesti — prima come fondatrice di una piccola rivista free-press di moda in italiano e tedesco, poi di un magazine online su arte, design e cultura dell’Alto Adige, Trentino e Tirolo, magazine che a sua volta ha partorito una collana di belle guide di viaggio; ma Anna è anche una “designer di matrimoni” e, da poco più di un anno, indossa anche il cappello della fashion designer, con un marchio, Qollezione, che ha creato insieme a suo marito (e ora anche socio) Fabio Dalvit.
Visto il fortissimo legame che lega il vulcano Quinz alla sua terra, Qollezione non poteva che ispirarsi alle tradizioni, ai luoghi, ai rituali e ovviamente ai capi del Sud Tirolo. E se l’essenza del collezionare non è tanto accumulare quanto piuttosto conoscere, conservare, preservare (è dalle collezioni private sette/ottocentesche che nascono i musei), ecco spiegato anche il nome del marchio, che non si preoccupa troppo di star dietro ai ritmi del mercato, e propone invece collezioni di pochi pezzi ma di largo respiro, non legate alla stagionalità.
La prima capsule collection, presentata al Fuorisalone 2017, consisteva nella trasformazione del classico Blauer Schurz, il grembiule da lavoro altoatesino, tradizionalmente blu, in una serie di cinque capi impreziositi dai ricami realizzati su progetto del designer Massimiliamo Maritz, mentre la seconda, la Qollezione_02 (perché le collezioni di Qollezione seguono semplicemente una numerazione progressiva), si ispira alla caratteristica stanza delle case di montagna del Tirolo, la Stube.
Cos’è la stube? Ce lo spiegano Anna e Fabio: «espressione della personalità e dello stile di chi la abita, la Stube racchiude tra le sue mure alcuni tipici e costanti elementi di arredo: una stufa centrale, semplice o impreziosita da piastrelle, una lunga panca dove sedersi, l’Eckbank, un grande tavolo orientato a sud per un’esposizione prolungata alla luce, numerosi cuscini, tovaglie a ricami e coperte lavorate a maglia dalle donne, oltre che un altare per la preghiera. L’altare, in particolare, rappresenta l’angolo privilegiato della Stube, dove si collezionano i ricordi di più generazioni. Croci, ex voto, immagini sacre e altri oggetti trovano posto qui, su tovaglie ricamate dalle donne di casa, con frasi e motti ben augurali, in cerca di grazia a seguito di perdite, malattie o espressione di gratitudine per prosperità e salvaguardia della salute».
Ed ecco quindi che i cinque capi della collezione, oltre ad essere realizzati con tessuti prodotti da un’azienda della zona, la Franz Tessitura Artistica , sono caratterizzati da pattern che ricordano proprio le fantasie dei cuscini e delle tovaglie delle Stube, mentre qua e là appare stampato un messaggio di buon auspicio, Live Long and Prosper, anche stavolta progettato da Maritz.
A dare al tutto una dimensione narrativa, nostalgica, vagamente fiabesca e magica, ecco poi le splendide foto di Jasmine Deporta, che sembrano scattate in una sorta di bolla sospesa tra passato e presente, come sospese nel tempo sono ancora oggi le Stube delle case tirolesi.