In un breve documentario di otto anni fa su Milton Glaser, il grande designer newyorkese — probabilmente il più celebre progettista grafico vivente e uno dei più importanti del ventesimo secolo — mostrava alla telecamera il suo archivio di poster.
«Penso ce ne siano circa due o trecentomila», diceva Glaser, che oggi ha 88 anni e, nel tempo trascorso da quelle riprese del 2010, ha continuato a produrne di poster, ininterrottamente.
«Il ruolo del poster», ha spiegato il designer in una vecchia intervista, «è quello di trasmettere informazioni da una fonte a un pubblico, al fine di spostare quel pubblico verso un’amplificazione o un cambiamento di percezione che produce una consapevolezza o un’azione. Quando un poster ha un’intenzione commerciale, ovviamente intende convincere un pubblico a comprare beni e servizi. Il ruolo artistico di un poster è più difficile da stabilire. A seconda della tua definizione, i poster non devono essere “artistici” per essere efficaci. È molto più importante, per i poster, essere efficaci che artistici. La parte estetica della creazione di poster ha più a che fare con gli obiettivi del suo creatore che i requisiti della forma».
Glaser, in realtà, è sempre riuscito a tenere perfettamente in equilibrio l’efficacia e l’artisticità, indipendentemente dallo scopo dei poster: commerciale, politico e sociale o per pubblicizzare eventi.
La dimostrazione è questo di Abrams Books, Milton Glaser Posters – 427 examples from 1965 to 2017 (qui il link Amazon), che raccoglie il oltre 700 pagine ben 427 poster realizzati dal grande designer tra il 1965 e il 2017, ciascuno accompagnato da commento da parte del loro autore.